di Elisabetta De Falco

Gioiello del Parco Nazionale del Circeo, San Felice è una terra che sa d’estate, di storia e di cultura. Abitata da svariati popoli nel corso dei secoli, ha sempre conservato la bellezza tipica di una terra incontaminata. Il suo fascino inizia da lontano con l’uomo di Neanderthal, prosegue con i Romani e si snoda attraverso le vicende dei Templari nel Medioevo, le cui tracce sono ancora osservabili nel centro storico. Qui si erge un Convento e la Torre che domina la piazza centrale. Il corso degli eventi ha visto poi i Caetani appropriarsi del borgo, caduto infine nelle mani pontificie.
Il piccolo centro riunisce i negozietti tipicamente estivi e i punti di ritrovo per turisti e residenti. Tra i luoghi più gettonati per ammirare il panorama spicca il Parco di Vigna la Corte, a pochi passi dal Municipio. Il giardino pubblico è un’antica vigna chiusa tra le mura antiche e circondata da piante mediterranee, rosmarini ed aranci. Ma è sfoderando il litorale che l’antica Circei dà il meglio di sé. Dal belvedere del paese o dalla cima del castello baronale, lo spettacolo è quello di un quadro dai colori pastello. Ai piedi del promontorio, il Faro di Capo Circeo saluta i naviganti e vigila sulla distesa di sabbia dorata, bagnata da uno dei mari più limpidi del versante tirrenico. Guardando verso l’orizzonte si scorgono inoltre le isole di Ponza, Zannone e Palmarola, per cui vien voglia di salire su una delle barche a vela ormeggiate nel porticciolo e volgere la prua verso le oasi pontine. La natura, protagonista del territorio, si esprime in tutto il suo splendore attraverso le grotte che custodiscono, oltre a bellezze naturalistiche mozzafiato, le tracce del passaggio delle ere preistoriche, frutto delle scoperte effettuate a partire dagli anni Trenta. La Grotta Guattari, in particolare, è stata teatro del sensazionale ritrovamento, avvenuto nel 1939, di un cranio appartenente all’uomo di Neanderthal e di due mandibole umane. Infine, se si amano i fondali e le immersioni, non ci si può lasciar sfuggire l’occasione di esplorare il mondo sommerso di San Felice: è proprio lì che si cela uno dei suoi simboli più rappresentativi.

Il mito 

Il Monte Circeo è scenario della leggenda della Maga Circe, narrata da Omero nell’Odissea. La vicenda narra dello sbarco di Ulisse sull’isola Eea e l’incontro con l’ammaliante Circe. Dopo essere sbarcati, metà degli uomini di Ulisse, guidati da Euriloco, trovarono la casa della maga esplorando l’isola. Inizialmente vennero accolti con gentilezza, ma poco dopo vennero invitati con l’inganno a bere una pozione magica che li trasformò in porci. Ulisse partì alla ricerca dei suoi compagni e, con l’ausilio dell’erba Moly che cresce sul promontario, si rese immune agli incantesimi di Circe. L’eroe rimase sull’isola Eea, ospite della maga, per un intero anno, poi, supplicato dai suoi compagni di ricordarsi della lontana patria, riprenderà il mare.