di Francesca Cecchini
La squadra umbra delle Flying Frogs conquista il titolo di Campione d’Italia 2015 ai Mounted Games Elite di Campalto. Le regole di vita di Marina Canziani Piccinini si rispettano anche in sella al cavallo
Arriva il titolo di Campionesse di Italia a Campalto per le ragazze di Marina Canziani Piccinini che nel weekend del 23-24 maggio hanno sbaragliato le concorrenti e sono salite sul podio dei Pony Games agonistici under 14 in Toscana. Un risultato eccellente, conseguenza di un impegno, uno stile di vita e una grande passione che vigono nel circolo ippico aperto proprio dalla Piccinini venti anni fa. Decidiamo di incontrare le piccole “rane volanti” e di conoscere la loro coordinatrice e responsabile. Ci sediamo con lei in quello che potrebbe essere definito un piccolo angolo di paradiso, il Valvasone, immerso nella campagna umbra tra Corciano e Magione, all’ombra di un albero e circondati da amici a quattro zampe.
Lei ha portato i Pony Games in Umbria. Ci può spiegare cosa rappresentano?
“All’inizio, qui in Umbria, nessuno conosceva i Pony Games. C’era il Trofeo Topolino che però non offriva un metodo didattico come i Pony Games, che sono nati in Inghilterra nel 1957 e sono stati portati in Italia dal tecnico Federale Jacques Cavè alla fine degli anni Novanta. Un metodo che noi abbiamo poi adottato all’inizio del nuovo millennio. A differenza di quello che si crede questi non sono solo “giochi” in cui ci si limita a spostare degli oggetti in sella ad un cavallo, ma ognuna delle azioni compiute ha dietro uno scopo propedeutico: gestione del pony, velocità, equilibrio, coordinazione e molto altro. E’ un ottimo metodo didattico perché il bambino gioca ma, allo stesso tempo, impara ad andare a cavallo”.
Impara ad andar a cavallo ma al momento ludico voi affiancate quella che lei definisce una “scuola di vita”…
I Pony Games hanno un grande potere pedagogico e sono uno strumento educativo e formativo. E’ importante che i bambini si rendano conto che hanno a che fare con gli animali e che imparino il rispetto per questi, per le regole e per la collettività. Le tre regole sono: il sorriso, il rispetto e la ricompensa per i pony. Grazie ai momenti di competizione, che sono la verifica della disciplina insegnata, inoltre, si impara a gestire stress e ansia, si può capire come controllare le emozioni e riuscire a trovare quella fiducia in noi stessi che poi è fondamentale nella vita di ogni giorno. Ancora, è rilevante, essendo anche un gioco di squadra, il costruire relazioni con gli altri componenti della squadra e persino con gli avversari, proprio come al di fuori del maneggio, occorre sapersi confrontare con la società. Ecco perché la definisco scuola di vita”.
E’ un po’ uno stile di vita che ricorda profumi e sapori delle strade in cui si scorrazzava da ragazzini…
“Il maneggio è un ambiente sano ed è un po’ l’evoluzione di quella che era la “vita di strada” di una volta là dove i bambini si ritrovavano sotto casa a giocare e crescere insieme lungo le vie, i vicoli, le piazze. Ora i tempi sono cambiati e non è più possibile. Qui si ritrova quel ritmo di vita, quel poter condividere insieme esperienze e momenti di crescita individuali e collettivi senza però correre pericoli. E’ un luogo “chiuso” e rappresenta quella strada in cui i nostri genitori ci lasciavano andare sereni”.
C’è bisogno di seguire un ulteriore sport oppure questo sistema dei Pony Games offre uno sport “completo” per lo sviluppo fisico del ragazzo?
“Nei Pony Games il ragazzo lavora molto con l’animale “a piedi”, a terra e non in sella, per riuscire ad attirare l’attenzione del pony su di sé . Si sale solo nel momento in cui si ha la gestione dell’animale. Per arrivare a ciò non si può salire sul cavallo “a freddo” ma dietro c’è tutto un lavoro di esercizio fisico, stretching, corsa, preparazione atletica. Non è dunque solo equitazione”.
Per concludere vorremmo chiederle con quanta passione ha aperto questo circolo ippico e quanta ne è rimasta a distanza di venti anni?
“Tantissima ed è rimasta intatta dopo tutto questo lungo viaggio. E’ un percorso che si intraprende e si continua solo per passione. Considerate anche che economicamente è dura perché gli introiti non sono mai abbastanza. Senza la passione dunque sarebbe impossibile continuare”.
Fondamentale iniziare la giornata con un sorriso, proseguire mantenendo il rispetto per noi stessi e per gli altri sempre alto e non dimenticare la ricompensa e la gratificazione che tutto ciò comporta. Perché donare e ricevere un sorriso è già un buon punto di partenza. Forse dovremmo tutti imparare qualcosa da questa disciplina dei Pony Games… chissà non si riesca ad essere più sereni. Ben vengano allora le tre regole.
(foto di Marco Zuccaccia)