I nuovi lavori dell’artista umbro ospitati nella splendida torre costruita dai Cavalieri Gerosolimitani
Si terrà il prossimo sabato, 8 agosto, alle ore 17.30, presso gli ambienti della maestosa Torre dei Lambardi di Magione, l’inaugurazione della mostra di Ferruccio Ramadori “Acqua alchimia memoria” curata da Claudia Bottini. Saranno presenti Antonio Carlo Ponti, giornalista, scrittore e critico d’arte, Eugenio Giannì, estetologo, teorico dell’arte e giornalista, Mimmo Coletti, giornalista, scrittore e critico d’arte, Sandro Allegrini, giornalista, saggista e critico d’arte, Guido Buffoni, giornalista televisivo e critico d’arte, Vanni Ruggeri, Presidente del Consiglio comunale con delega alla Cultura.
Dalla sua posizione che la rende dominatrice del paese e della sottostante pianura, lo splendido edificio che, insieme al Castello dei Cavalieri di Malta, rappresenta in pieno, il simbolo della Magione medievale, torna ad ospitare, dopo la precedente mostra “Sulla linea dfel fuoco”, omaggio alla Prima Guerra Mondiale, l’arte contemporanea con la personale dello storico ritrattista umbro. Un evento, questo, che rientra nell’ambito degli eventi che apriranno la XXXVI Settimana Magionese, in programma dall’8 al 16 agosto.
Realizzata con il patrocinio di Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Magione e Accademia delle Belle Arti di Perugia in collaborazione con proloco Magione, proloco San Savino e Sistema Museo, l’esposizione si protrarrà fino al 20 settembre e sarà composta dai nuovi lavori del “pittore dell’acqua”.
“Il primo elemento da cui non possiamo prescindere, studiando il suo percorso e guardando le nuove opere in mostra è l’acqua”, scrive infatti la curatrice Claudia Bottini. L’artista è così definito sin dagli anni Novanta, quando aveva il suo studio proprio a Tuoro, sulle rive del lago Trasimeno. L’acqua è anche un “Fiume in piena”, il grande astratto del 2015. “Colori, linee e forme sono i nostri ricordi – asserisce Ramadori -, che come detriti si accumulano sul letto del fiume, destinati ad essere riletti, ridefiniti, messi in discussione con il passare del tempo, con la “piena” che muove il fondale”.
“Questo artista esercita o, meglio, vive la pittura: la sua è una pittura fortemente emozionale, non razionale che non significa che sia illogica, infatti segue una logica particolare, quella della pittura, consistente nella composizione, nel colore, nel segno che vengono articolati sulle tele in perfetta armonia” così scrive Giorgio Bonomi nel suo contributo critico al catalogo.