Tra i tanti luoghi d’Italia capaci d’affascinare i visitatori, c’e sicuramente la Terra dei Ciclopi nella splendida Sicilia, bagnata dal Mediterraneo, che rimanda ad immagini mitologiche calando pienamente lo spettatore nell’immensa rappresentazione della natura.

Di Annamaria La Penna 

La leggenda narra che la Terra dei Ciclopi sia il luogo dove Ulisse incontrò Polifemo, celebrando l’arguta intelligenza sulla violenza, dove la natura conserva i segni della rabbia del rozzo Ciclope mentre scaglia grossi macigni contro il fuggitivo ed astuto navigante. Omero, Euripide e Virgilio cantano le lodi di questa fascia costiera, ma anche i grandi pittori europei si sono interessati di questa terra, molte opere sono conservate nel museo di Weimar o alla National Gallery di Londra.

Isole dei Ciclopi La storia della Terra dei Ciclopi corre di pari passo a quella delle Isole dei Ciclopi, faraglioni sparsi al largo delle coste catanesi (i grossi macigni scagliati da Polifemo, come vuole la leggenda) prevalentemente visibili nel territorio antistante Aci Castello. Attraversare le distese di splendente natura mentre l’Etna domina maestoso, o visitare le isole di Lachea, il Faraglione Grande o il Faraglione di Mezzo, sono esperienze meravigliose ed uniche, ci si sente abbracciati dal sole e circondati dal mare, immersi in un’atmosfera magica dove è difficile guardarsi attorno senza rivedere le scene mitologiche che ancora aleggiano nell’aria.

Leggenda Oltre la nota leggenda dell’eroe omerico, infatti, un’altra famosissima versione racconta di Polifemo, ciclope innamorato non corrisposto della ninfa Galatea che, invece, amava il giovane ed aitante pastore Aci. Il Ciclope corteggiava senza successo la Ninfa e la sua gelosia non tardò ad esplodere in rabbia distruttiva quando vide la sua amata tra le braccia del bel pastore Aci. Polifemo, roso dall’ira, scagliò una roccia contro Aci colpendolo a morte ma Galatea, in un ultimo sforzo per tenerlo in vita, trasformò il sangue del suo amato in fresca acqua di sorgente, trasformandolo, in tal modo, in un dio fluviale. Non manca, ai bagnanti di questo tratto di costa orientale catanese, di sentire la presenza del dio Aci con spinte verso l’alto di acqua particolarmente fredda e non salata proveniente dal fondale marino, a pochi metri dalla scogliera e facilmente raggiungibile in apnea.

Nove centri abitati In onore di ACI, o meglio delle parti in cui il suo corpo è stato diviso col colpo mortale, nascono i nove centri abitati col prefisso Aci– Castello, Trezza, Catena, Bonaccorsi, Reale, Sant’Antonio, San Filippo, Santa Lucia, Platani. Ma è tra Aci Reale ed Aci Trezza, nel paese costiero di Capo Mulino, che continua a scorrere il sangue di Aci, una sorgente così chiamata dai residenti per la tipica colorazione dei depositi lungo l’affioramento della fonte. Anche Galatea, figlia di Nettuno ed una delle cinquanta ninfe che hanno il compito di proteggere i marinai, continua a vivere sulle coste catanesi: è omaggiata nei complessi residenziali di lusso o nei ristoranti locali o sulla scogliera marina privata chiamata lo “Specchio di Galatea”. Non esiste angolo che non ricordi un evento o personaggio mitologico, che non rimandi alla fantastiche storie dei suoi antichi abitanti fino ai più recenti noti protagonisti verghiani. E ciascuno di loro meriterebbe un capitolo a parte tutto da scoprire. Per farlo, non rimane che immergersi nella calda e passionale terra sicula dove tante altre affascinanti scoperte ci aspettano.