Un tema complesso quale la prostituzione in scena al Todi Festival nel debutto in anteprima nazionale del nuovo lavoro di Juan Diego Puerta Lopez. Serra Yilmaz nel difficile ruolo di Grisélidis Réal donna di vita e di grande umanità che lottò strenuamente per i diritti delle prostitute francesi

di Francesca Cecchini

I ricordi e gli scritti di Grisélidis Réal al centro di Grisélidis, memorie di una prostituta, spettacolo che aprirà il sipario sulla trentunesima edizione del Todi Festival domani (26 agosto ore 21) al teatro Comunale di Todi. La pièce, da un testo di Coraly Zahonero, vedrà protagonista l’icona del cinema turco, molto amata in Italia, Serra Yilmaz e le note del sax solo di Stefano Cocco Cantini (la sua musica non sarà di accompagnamento, ma diverrà parte integrante della drammaturgia, narrazione musicale che dialogherà con l’attrice), per la regia di Juan Diego Puerta Lopez. Regista molto noto ed apprezzato da pubblico e critica internazionale che lo scorso anno approdò al festival con un intenso progetto liberamente ispirato alle opere e alle lettere di Giuseppe Verdi. Quest’anno Puerta Lopez debutterà in anteprima nazionale sul palcoscenico tuderte con le memorie di una figura femminile molto forte che rimarrà nella storia per la sua lotta ai diritti delle prostitute francesi.

“Ho trovato il testo molto interessante, provocatorio, forte e attuale, in grado di poter cambiare il percorso di un teatro classico per puntare su nuove drammaturgie”. Lo scritto ha già riscosso grande successo in Francia, l’auspicio per il regista , ovviamente, è quello di ottenere lo stesso in Italia. “Cercavo un testo – ci racconta Serra Ylmaz – ho incontrato Grisélidis e me ne sono innamorata. Mi ha molto affascinata questa figura di donna un po’ fuori dal comune, sopra le righe. Una donna che ha avuto una vita particolare con dei percorsi difficili, molto duri, ma che rimane sempre piena di umanesimo”.

Una storia intensa quella di Grisélidis Réal (Losanna 1929 – Ginevra 2005) che, dopo la scomparsa del padre all’età di nove anni, viene cresciuta da una madre costrittiva e rigida che ne tarpa le ali tanto da provocarle un grande senso di ribellione che, probabilmente, la condizionerà per tutta la vita. Quattro figli da tre uomini diversi, sceglierà ad un certo punto della sua esistenza di esercitare il mestiere più antico del mondo (mestiere che le consentirà di mantenere la sua famiglia), pur non smettendo mai di coltivare la sua passione per la pittura e per la letteratura. Negli anni Settanta diviene un’attivista per il riconoscimento dei diritti delle prostitute per arrivare, poi, nel 1982 ad essere una delle fondatrici dell’associazione Aspasie (associazione di lotta contro la discriminazione e l’esclusione, per la dignità delle persone che lavorano nel “mercato del sesso”, che prende il nome dalla cortigiana compagna di Pericle nell’antica Grecia).

“È stata educata da una madre “bigotta”, rigida e ne ha sofferto molto – continua la Yilmaz – Come ripeto anche nello spettacolo, la prostituzione per lei non è stata una scelta iniziale. Ha cominciato a praticarla in un momento molto difficile della sua vita, quando non era nel suo paese, non aveva documenti, non aveva lavoro, né permesso di lavoro. Ma, evidentemente, quel che inizia come una non scelta, dopo un po’, può anche diventarlo”. Una scelta su cui sembrerebbe aleggiare, a questo punto, la figura di una madre che è stata così castrante per lei, ma dettata anche “molto probabilmente da una mancanza di autostima e anche da una tendenza all’autodistruzione”.

Il testo è un insieme di scritti su e di Grisélidis. Come si traduce la drammaturgia in scena?

“È un riadattamento delle sue memorie, dei suoi scritti, composto dalla fusione dei suoi ricordi – ci risponde Juan Diego Puerta Lopez – È interessante come nello spettacolo emerga il rapporto che aveva con i suoi clienti verso cui, in qualche modo, provava un grande senso di umanità”.

Chiediamo una piccola anticipazione sulla scenografia.

“La scenografia – risponde il regista – è una gabbia. L’idea è metaforica. Grisélidis cercava costantemente il senso di libertà. Questa è la gabbia dove lei ha costruito il suo mondo dentro in sé”.

“Posso dire – aggiunge la Yilmaz – che, quando ho letto Grisélidis, ho subito pensato a Madre, la scultura di Louise Bourgeois, un ragno immenso. Ne ho parlato con Juan e ci siamo lasciati, perciò, anche ispirare dalle installazioni dell’artista francese”.

Juan Diego Puerta Lopez in questi ultimi anni ci sembra stia componendo un viaggio in quell’angolo di mondo nascosto dove si raccoglie una fragilità intima e sofferente tutta al femminile. Casuale o voluto?

“No, non è casuale. Ho iniziato questo percorso nel mondo delle “donne sofferenti” con lo spettacolo su Judy Garland interpretata da Monica Guerritore (NdR. End of The Rainbow) in cui c’era tutto il dolore di questa donna, di questa grande icona. L’anno scorso con Maddalena Crippa e con Cinzia Tedesco approfondii il mondo delle donne di Giuseppe Verdi. Ora Grisélidis. Non so. È come se il mio percorso ritorni, per certi versi, alla figura di mia madre. Una figura in qualche modo sofferente in un contesto sociale molto maschilista. Tutto riporta ad un omaggio a lei e alle donne della mia famiglia”.

Sua madre verrà a vedere il debutto?

“Lei non vola, perciò non verrà per il debutto ma, in questi anni, mi ha sempre seguito ed è molto orgogliosa”. Un contesto difficile quello in cui cresceva a Medellín in Colombia. Erano gli anni Ottanta. Era l’epoca di Pablo Escobar, del narcotraffico. Juan Diego era un giovane che non si inseriva in quell’ambiente, seguiva solo le sue aspirazioni. “Vedere che formavo il mio percorso fuori da quel contesto è stato molto importante per lei, motivo di essere fiera di me”.

Grisélidis, memorie di una prostituta di Coraly Zahonero, dagli scritti e le interviste di Grisélidis Réal, traduzione di Serra Yilmaz e Alberto Bassetti, regia di Juan Diego Puerta Lopez, con Serra Yilmaz, Stefano Cocco Cantini (sax solista), impianto scenico di Pier Paolo Bisleri, costumi di Caterina Nardi, produzione Todi Festival, I Due della Città del Sole, Golden Show.