Pensate se ognuno di noi avesse la possibilità di progettare la propria residenza con la Torre Eiffel in giardino, il Big Ben in biblioteca e il Colosseo come anfiteatro. Sarebbe un sogno vero? Beh, nel II sec. a.C. c’era chi poteva realizzarlo
Di Elisabetta De Falco
È proprio dai suoi viaggi, in particolare quelli in Grecia e in Egitto, che l’imperatore Adriano prese spunto per creare la Villa alla quale diede il suo nome. Nell’antica Tibur, oggi Tivoli, egli fece costruire degli edifici per omaggiare i luoghi che più lo avevano colpito come il Liceo, l’Accademia e il Pecile di Atene, il Canopo, canale sul delta del Nilo, la valle di Tempe in Tessaglia.
La dimora, dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, si estende su una superficie di circa 120 ettari e risulta essere la più grande villa mai appartenuta ad un imperatore romano. Il suo aspetto è quello di una vera e propria città: giardini, terme, piscine, biblioteche, teatri e stadio. Per non parlare poi della caserma dei vigili del fuoco e delle guardie imperiali. Ognuno di questi edifici aveva una funzione ben precisa, al servizio della corte ma soprattutto dell’imperatore.
Tra gli ambienti più suggestivi della Villa si trovano non solo i luoghi in cui il sovrano amava isolarsi per dedicarsi alle arti, come ad esempio il Teatro Marittimo, ma soprattutto quelli carichi di influenze culturali le cui tracce possono riscontrarsi in svariati angoli del complesso architettonico. Incredibilmente colto e appassionato di pittura, scultura, letteratura e poesia, Adriano non nascondeva infatti la sua grande passione per la cultura egizia, dalla quale era attratto soprattutto per i cosiddetti culti misterici.
Non può lasciare indifferenti il cosiddetto Canopo, uno specchio d’acqua contornato da colonne e abitato da qualche pesce solitario tenuto d’occhio dal coccodrillo in marmo posizionato a bordo vasca. Sullo sfondo il Serapeo, un tempio-ninfeo semicircolare ornato da sculture egizie e statue di Antinoo, il fanciullo amante dell’imperatore, morto misteriosamente in Egitto.
Villa Adriana acquista un fascino ancora più intenso se visitata in autunno. I colori della stagione regalano un tocco di elegante malinconia all’intero complesso. Passeggiare lungo il Pecile al calare del sole, perdersi tra le rovine antiche e ammirare ciò che resta di un’era che inspiegabilmente mantiene intatta tutta la sua grandezza. Tutto intorno è silenzio e maestosità.