Il nostro tour alla ricerca delle impronte lasciate dai celeberrimi Cavalieri continua facendo tappa sul promontorio del Circeo, terra già di per sé ricca di fascino perché protagonista di coinvolgenti leggende omeriche e sorprendenti scoperte preistoriche
di Elisabetta De Falco
Seppur sporadica, la presenza dei monaci Templari sulle coste sanfeliciane rievoca lo charme e il mistero delle loro gesta. Il passaggio dei cavalieri fu importante soprattutto perché rese necessaria una rivisitazione storica e culturale del territorio pontino, partendo dal riassetto urbanistico della Rocca Circea. La geometria del piccolo borgo è stata infatti potenziata dai Templari con la costruzione del mastio dominante, la cosiddetta Torre dei Templari, accompagnata dalle solenni arcate del convento adiacente. Ai monaci guerrieri si deve quindi il ripopolamento dell’antico centro romano di Circeii sui resti del quale fu costruito, intorno al 1239, il borgo medievale che ancora oggi padroneggia piazza Vittorio Veneto. Nonostante non siano stati trovati i simboli di appartenenza all’Ordine, tra i più diffusi gli stemmi e le croci, i cavalieri hanno sfruttato il territorio anche attraverso le stalle, i magazzini e l’alloggio del loro Maestro. A mancare sono inoltre le vie di fuga che permettevano ai monaci di abbandonare la rocca ed allontanarsi a cavallo in sicurezza, come ad esempio i cunicoli rinvenuti in diversi punti dell’Agro Pontino. Il motivo dell’arrivo dei Templari al Circeo si rintraccia nel compito affidato loro da papa Gregorio IX, di controllo della costa. I cavalieri dovevano quindi difendere il litorale dagli attacchi dei pirati algerini e tunisini. Una volta consumata la loro funzione di controllo militare, i Templari abbandonarono la rocca intorno al 1259. Dal XIV secolo in poi, il borgo verrà custodito dalla onnipresente famiglia Caetani, la quale fece risistemare l’area nell’attuale complesso del Palazzo Baronale, ora sede del Comune. I visitatori dell’odierna San Felice Circeo possono trovare riscontro delle tracce dei Templari nella mostra permanente ospitata nella Chiesa parrocchiale di San Felice Martire. Qui sono illustrate le (poche) fasi salienti del loro passaggio al Circeo. Sarà forse l’esiguo numero di testimonianze storiche a rendere ancora più attraente i segreti dei monaci cistercensi? Di certo, anche se per pochi anni, la storia dell’Agro Pontino si intreccia con le vicende dell’ordine religioso, e con queste si impregna ulteriormente di fascino e mistero.