il ricamo e il merletto si riconoscono come un’arte antichissima, hanno rappresentato per secoli il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto
Torna nel Trasimeno il Settembre della Rete e il suo evento più importante che è la VI edizione di Fili in Trama, Mostra Internazionale del Merletto e del Ricamo, che quest’anno, oltre a continuare ad essere molto ambita dagli espositori, 70 anche per il 2018 con la presenza di quattro Paesi europei, Francia, Spagna, Germania e Portogallo, porta un tema nuovo ed ambizioso, quello della candidatura UNESCO per Ars Panicalensis come patrimonio immateriale dell’Umanità.
«Dal momento che le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è dalle menti degli uomini che devono essere costruite le difese della pace». Così si legge nelle prime righe del documento istitutivo dell’UNESCO, l’agenzia dell’ONU che fu fondata a Londra il 16 novembre 1945. La sua missione consiste nel «contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza stringendo, attraverso l’educazione, la scienza e la cultura, la collaborazione fra le nazioni, con lo scopo di assicurare il rispetto universale della legge, dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione». In questo quadro di riferimento, il ricamo e il merletto si riconoscono come un’arte antichissima, hanno rappresentato per secoli il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto politico e religioso, aumentando la loro dignità e il prestigio delle famiglie benestanti. L’esperienza e la tradizione italiana dimostrano che il ricamo è stato uno strumento importante della crescita economica e dell’identità nazionale, con moltissimi laboratori spontanei ad uso familiare soprattutto in tempi di crisi. Così è stato anche per Ars Panicalensis, una tecnica che prende forma agli inizi del secolo scorso su ispirazione di abiti delle famiglie nobiliari panicalesi e paramenti sacri che già nel XVI e XVII secolo sfoggiavano raffinatissimi ricami in Tulle. Per volontà di Anita Belleschi Grifoni nasce negli anni ’30 del novecento la scuola laboratorio che fu un importante supporto all’economia rurale del dopoguerra; infatti le donne potevano fare questo tipo di lavoro a casa mentre crescevano i loro figli e custodivano la famiglia, portando anche un’integrazione al reddito della stessa. Il ricamo su tulle di Panicale ha avuto anche momenti gloriosi furono le laboriose mani di Anita Belleschi Grifoni a fare il preziosissimo abitino da Battesimo per Maria Pia di Savoia, testimoniato da una rivista dell’epoca ma quest’anno è stato anche trovata una testimonianza autografa della famiglia reale, così come nei ricordi delle allieve ancora in vita della storica scuola c’è il ricordo di un abito da sposa con i vestiti anche dei paggetti, elaborato per casa Torlonia ed altri importanti pezzi per famiglie nobiliari dell’epoca. Una tradizione ancora viva grazie alla preziosa dedizione delle ricamatrici di Ars Panicalensis, che creano ancora raffinatissimi manufatti, tradizione tutelata da un marchio registrato, in Itali in Europa e nel Mondo, che ne garantisce provenienza e qualità.
L’esperienza e la tradizione italiana dimostrano che il ricamo è stato uno strumento importante della crescita economica e dell’identità nazionale
Sabato 15 settembre ore 17,30 all’interno dell’evento fili in Trama, sarà organizzato dal Gal Trasimeno-Orvietano al quale appartiene l’intera organizzazione del settembre della rete, un convegno alla presenza del Sottosegretario ai beni culturali Lucia Borgonzoni e del senatore Luca Briziarelli dal titolo TRAME DI UN PERCORSO: l’eredità culturale delle tecniche del ricamo e del merletto come patrimonio dell’Unesco, al quale hanno assicurato la partecipazione le scuole di ricamo del territorio e dell’intera regione dell’Umbria. Sarà anche l’occasione per il Gal di verificare quali e quante altre scuole del territorio del Trasimeno Orvietano, ma anche di quello umbro possano avere le caratteristiche per affrontare il percorso Unesco. Al riguardo sarà anche istituita una commissione che possa seguire tutto l’iter.
Riteniamo infatti che questo patrimonio culturale immateriale sia fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuti il dialogo interculturale ed incoraggi il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra.
SENSAZIONI, EMOZIONI E COLORI NELLA DONNA DI SIMONA COSTA: UN DIAMANTE PREZIOSO
Il tema principale che accompagna la mia pittura da sempre, è la donna ogni donna è preziosa come un diamante. Voglio esaltare la bellezza, la sensualità e la femminilità. Gli opposti sono parte integrante della mia personalità, come l’acqua e il fuoco presenti nei miei dipinti su tessuto. L’acqua è vitale, come il mare…. il fuoco è passione, energia sessuale… il rosso, il mio colore preferito. In ogni mia tela e in ogni mio abito uso colori vivaci, che esprimono una forte energia che vibra espande ndosi nell’aria. Il pennello è il mio diamante prezioso. In tante mie opere ci sono materiali di reciclo, voglio ridare vita a materiali in disuso. Voglio far rinascere quei materiali emarginati, dare loro una nuova opportunità. È un incentivo per la madre terra dove affondano le nostre radici.