Dal 2 al 5 giugno si svolgerà ad Amelia “Ciclopica. Giganti in collina”, festival di letteratura, filosofia e arte organizzato dall’associazione culturale AmeliaCiclopica, e giunto quest’anno alla seconda edizione. Ne abbiamo parlato con Giacomo Petrarca, presidente di AmeliaCiclopica e direttore artistico del festival.
di Alessandro Chiocchia
Come è nata AmeliaCiclopica?
Penso che come tutte le cose belle sia nata un po’ per caso e un po’ per un progetto, tentando di corrispondere a un’esigenza, e forse anche a una mancanza. Poi tante idee si sono affastellate, frutto di interminabili conversazioni e chiacchierate serali: molte sono sfumate, altre si sono depositate… intanto si è andata formando la squadra ed eccoci qui a proporre questa seconda edizione.
L’obiettivo della vostra associazione è quello di organizzare, in modo innovativo ed efficace, eventi culturali che abbiano l’ambizione di valorizzare il territorio di Amelia pur rivolgendosi anche a un pubblico fuori dalle proprie mura, e Ciclopica rappresenta l’evento principale. Quanto può essere importante e stimolante, per le realtà piccole e “defilate” come quella amerina, una valorizzazione che passi attraverso il confronto culturale con tutto ciò che è “esterno” a esse?
Vede, lei parla di luoghi in qualche modo periferici, di piccole cittadine “defilate” e, in fondo, ha ragione. Ma le idee giungono sempre dalla “periferia”. Credo che questa nostra libertà dai vincoli dei grandi circuiti del turismo di massa e delle tappe forzate della visita al patrimonio culturale italiano, sia in fondo una bella risorsa: dobbiamo sapere attrarre per una ragione precisa, non perché si sia tappa obbligata. Questo ci costringe a caratterizzarci, ad avere le idee chiare e guardi poi il paradosso: in un mondo in cui le categorie di interno/esterno, centrale/periferico non hanno più il significato rigido di un tempo, le mura che una volta rappresentavano il confine estremo e la difesa dal mondo esterno, oggi ci ricordano che proprio quel “fuori” – in fondo – è la vera risorsa, è il vero terreno da scoprire. Mi pare una bella sfida.
Sia per il nome dell’associazione sia per quello del festival vi siete ispirati alle Mura Ciclopiche di Amelia, che vengono citate anche nel logo dell’associazione (quattro pietre delle Mura che si incrociano in un cerchio, a richiamare l’occhio di un Ciclope, Ndr). Perché questa scelta?
Spesso, soprattutto in regioni come l’Umbria dove il patrimonio storico-artistico è straordinario e assolutamente invidiabile, le bellezze artistiche diventano una sorta di segnavia, di riferimenti per indicare e caratterizzare un luogo. Questo, per un verso è naturale e senz’altro positivo, dall’altra parte però porta con sé anche una cristallizzazione – talvolta irrigidita – dell’immagine di questo patrimonio di storia e cultura. Allora Amelia significa Mura poligonali, significa il Germanico, la Torre campanaria. E’ senz’altro così. Però ecco, noi ci siamo divertiti a ironizzare un po’ su questo patrimonio: le mura, i Ciclopi, i Giganti, la collina.. I Giganti in collina hanno un che di austero (sono le creature più grandi che la mitologia abbia mai immaginato) e insieme qualcosa di buffo quando si ritrovano sopra una collina – che è un po’ una montagna che ha smesso di essere tale. E la domanda è allora: entreranno tutti questi giganti su una collina così piccola?
Quest’anno a Ciclopica sarà protagonista “Chi insegue i mostri e le tempeste e chi è mostro e chi è tempesta”. Ci potrebbe spiegare il significato?
La complessità del mondo si presenta sempre in tante maniere, in modi profondamente diversi. Il punto di partenza per l’edizione 2016 sono questi due grandi riferimenti letterari, Shakespeare e Moby Dick , il tema della ricerca, la caccia, l’ossessivo inseguimento di qualcosa e dall’altra parte la tempesta in cui sempre, prima o poi, ci si imbatte durante le nostre esistenze. E sicuramente l’idea di tempesta evoca un senso di pericolo, di rischio. Ma la tempesta è anche il luogo in cui, per antonomasia, nasce qualcosa. Dopo la tempesta le cose non sono più come prima. Per Shakespeare, anzi, la tempesta rappresenta l’unico vero spazio della realtà (che è poi il teatro). Il nostro mondo, intendo, il mondo di oggi, è un mondo in tempesta. Bisogna perciò avere il coraggio di affrontare questa sua essenza burrascosa, di cambiamento, e farci capaci di guadagnare nuova terra. Come recitano i versi del poema “Ulysses” di Tennyson che abbiamo scelto come leitmotiv dell’edizione 2016: “Venite, amici miei, non è troppo tardi per cercare un mondo più nuovo”.
Il festival dà molto spazio alla filosofia, con incontri e dibattiti con importanti pensatori e docenti universitari di questa materia (all’edizione 2016 parteciperanno tra gli altri Giulio Giorello e Massimo Donà, Ndr ). Nella nostra società, molto spesso afflitta da povertà (o a volte vera e propria mancanza di contenuti) e da estetica fine a se stessa, quale ruolo può ancora svolgere la filosofia?
Al di là di tutte le mode culturali e degli orpelli dell’accademia, la filosofia resta una profonda inclinazione alla domanda, al chiedere ragione delle cose, al saper mettere in discussione ciò che viene sdoganato come ovvietà, come consuetudine accolta da tutti. Questa forza davvero “inquietante” della filosofia non è solo un lavoro per specialisti, ma è una pratica quotidiana, una maniera per relazionarsi al mondo e alle cose rinunciando anzitutto alle nostre certezze e alle nostre sicurezza, che, siamo sinceri, sono molto spesso di comodo e pure tremendamente provvisorie.
Per far sì che il festival possa crescere sempre, avete attivato una campagna di crowdfunding. Quanto è importante la partecipazione “dal basso” per un evento come Ciclopica?
Il sostegno e la partecipazione dal basso direi che siano essenziali e che, da essi, ne valga della stessa sopravvivenza di Ciclopica. Giganti in Collina. Tengo a ricordare che il festival viene unicamente finanziato con sponsor privati e una raccolta fondi tramite crowdfunding. Non c’è nessuna velleità personale o politica alla base di tutto ciò, ma un’idea precisa di reciprocità: Ciclopica è a disposizione e aperto a tutti (gli eventi sono completamente gratuiti), dall’altra parte il contributo simbolico all’iniziativa (bastano pochi euro) fa sì che il festival sia anzitutto di chi ci sostiene e ne legittima l’esistenza. Fino a quando avverrà questo riconoscimento reciproco, Ciclopica resterà un appuntamento annuale per tutti.
Qualche anticipazione sul programma del festival?
Il programma di quest’anno – e lo dico con una certa soddisfazione poiché ci è costato enorme fatica – è profondamente trasversale e spazia su ambiti tra loro molto diversi. Questa è un po’ la vocazione di Ciclopica: dalla letteratura passando per la filosofia, dall’arte e la musica, fino all’attualità più incalzante – non a caso l’incontro conclusivo del festival sarà dedicato al tema del terrorismo, avremo nostri ospiti l’Imam Yahya Pallavicini e la filosofa Donatella Di Cesare. Qualche altra anticipazione: Il 2 giugno alle 21.30 ci sarà un reading straordinario dello scrittore e attore Vitaliano Trevisan e nei giorni successivi ben due eventi dedicati a Shakespeare, un incontro con lo scrittore Antonio Pennacchi e un altro con il direttore di Radio 3 Marino Sinibaldi. A Ciclopica quest’anno si è aggiunta una grande collaborazione con l’associazione Ameliadoc che è una preziosa realtà – ormai consolidata da più di dieci anni di attività – della cultura enologica del nostro territorio. Faremo due eventi insieme a loro: il concerto aperitivo del 2 giugno e poi un dialogo-degustazione sul vino e il jazz domenica 5 giugno. Questo solo un assaggio, per scoprire l’intero programma vi rimando al nostro sito: www.ameliaciclopica.it