Autoritaria, vitale, energica, piena di furia e d’impeto, così si presenta al pubblico Divina che, dopo esser stata messa da parte dalla sua emittente televisiva a favore di una più giovane presentatrice, si reinventa per non uscire dalla scena. A raccontarci di questo bizzarro personaggio che, contrariamente a ciò che mostra di sé all’inizio, ci rimanda, fra le righe, tutta la forza delle donne, è la protagonista dello spettacolo, Anna Mazzamauro

di Francesca Cecchini

Romana, classe 1938, amata da pubblico e critica arriva al Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino giovedì 23 febbraio, nell’ambito della stagione di prosa curata dal teatro Stabile dell’Umbria, Anna Mazzamauro, protagonista di un nuovo spettacolo: Divina. La commedia, scritta dall’autore francese Jean Robert-Charrier e diretta da Livio Galassi, pone sotto i riflettori (in tutti i sensi) Claire Bartoli, meglio nota come Divina, star televisiva alla guida di uno show popolarissimo. Un giorno qualunque, all’improvviso, il suo devoto Jean-Luis scopre dai giornali che il programma verrà chiuso per dare spazio ad un altro programma di una conduttrice più giovane. Dopo varie peripezie Jean-Louis riesce a darne notizia a Divina a cui non resterà altro che escogitare un modo per non uscire dal mondo della televisione. Iniziano così una serie di vicissitudini caotiche che porteranno l’eccentrica presentatrice a condurre con Baptiste, suo vecchio amante, una trasmissione di cucina tra pentole, casseruole e frullatori. Abbiamo raggiunto Anna Mazzamauro che, oltre ad essere protagonista dello spettacolo con Massimo Cimaglia, Giorgia Guerra, Michele Savoia e da Lorenzo Venturini (originario proprio di Gualdo Tadino), ha anche riadattato il testo in questa versione italiana. Dalla pièce francese, che debuttò nel 2013 a Parigi, interpretata da Amanda Lear, l’attrice romana ci spiega che “Il testo è cambiato moltissimo”. Guai a chiamarla signora, Anna, che ci ammonisce perentoria: “Non ci provare a darmi del lei! Io sono solo Anna!”. E’ un’artista di lunga carriera e in tutti i suoi spettacoli c’è la peculiarità di far emergere il lato umano delle situazioni. Un lato umano che, tra una battuta e l’altra, ritroveremo anche in questo nuovo progetto. “Lo spettatore deve riflettere”. Non ama le risate fini a se stesse: “Non mi piace andare a teatro e ridere tutto il tempo”, ogni risata deve, quindi, avere un sapore agro-dolce e dal senso di leggerezza occorre sempre far fuoriuscire un significato che deve arrivare dritto allo spettatore che “Mentre sta ridendo a crepapelle, viene colpito all’improvviso da un pugno allo stomaco”. Anche Divina, che in apparenza provoca forse poca empatia negli spettatori, perdendo il suo ruolo principale nell’emittente televisiva, al di là della rabbia e dei piagnucolii, mostra tutta la forza delle donne e la loro capacità di reagire davanti alle avversità. “Nella cattiveria sono divinamente cattiva”, gli atteggiamenti duri della presentatrice in scena sono quelli necessari, infatti, ad una manager che per trenta anni della sua vita e della sua carriera ha continuato a lottare per rimanere al suo posto. Una donna in cui, forse, ritrovarsi come in qualunque altro comprimario sul palco. “Il segreto del successo di questa commedia – ci spiega l’attrice – è in questo studio televisivo ricostruito con una scenografia bellissima in cui lo spettatore è portato a riconoscere le stesse emozioni che prova guardando la televisione”. Ascoltandola ci immaginiamo una scenografia piena e colorata ma Anna ci ferma subito: “No, non è come tu credi. C’è solo lo ‘sfarzo’ dell’intelligenza e della bravura dello scenografo che ha interpretato il set televisivo a suo modo. Ci sono, poi, delle vele bianche che ruotano, aprendo allo spettatore altri ambienti come, ad esempio, il camerino di Divina. Non ti dico altro. Non voglio raccontare tutto e rovinare la sorpresa”. Televisione, cinema, teatro, prosa in radio e interprete di alcune canzoni, ma qual è il ruolo che più calza a questa poliedrica artista? “Sicuramente il teatro. Faccio volentieri anche cinema. Ho recitato da poco in un film che ha ottenuto successo (NdR. Poveri ma ricchi) ma sono momenti di gloria che non mi appartengono. Io vivo per il teatro e per il momento in cui si apre il sipario”. Forse non tutti sanno che la Mazzamauro negli anni Sessanta aprì un piccolo teatrino nel centro storico di Roma, Il Carlino, che fu chiuso dopo un incendio nel 1968. Per concludere la piacevole intervista, le abbiamo chiesto se, ad oggi, le piacerebbe ripetere l’avventura. “No, perché ho sofferto troppo”. Anna ci spiega anche che, seppur ha vissuto con intensità l’esperienza della gestione del teatro, è convinta che, se fosse andata avanti, non avrebbe avuto la sua storia nel teatro, quello grande, quello importante, “Sarei rimasta l’impresaria povera di me stessa”.

Lo spettacolo sarà replicato venerdì 24 febbraio alle 20,.30 al Teatro Sociale di Amelia, in occasione dell’inaugurazione della Stagione. Per informazioni e prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale 075.57542222.