Sei in auto, nel cuore della maremma Toscana. Dopo alcune ore spese a trastullarti in un relais di Manciano, immerso nella natura e nel silenzio, decidi di esplorare i contorni delle terre del Chianti e guidi lungo la strada statale 74 con curiosità, ma senza troppe pretese. Sei lì che stai per domandarti cosa avranno in serbo i vicini borghi per i forestieri quando… bam. Senza alcun preavviso, una volta raggiunto il curvone nei pressi della Chiesa della Madonna delle Grazie, ecco irrompere un muro di meraviglia. Un gigante di tufo che al buio risplende illuminato come un presepe

di Elisabetta De Falco

Una visione così suggestiva da farti sobbalzare il cuore e lasciarti senza fiato. La facciata di Pitigliano è un quadro ritraente una natura incontaminata che avvolge le mura di un borgo tanto affascinante quanto antico. Abitata fin dall’età del Bronzo, la cittadina di tufo testimonia la successiva presenza della popolazione Etrusca anche attraverso le numerose necropoli costruite nei dintorni. Fu città romana, nel Medioevo divenne feudo degli Aldobrandeschi e in seguito degli Orsini. Dopo essere passata sotto le mani di alcune tra le più importanti famiglie principesche, Pitigliano divenne sede vescovile, e all’inizio del XVII secolo entrò a far parte del Granducato di Toscana.

Una volta approdati in questo angolo sorprendente ci si sente fuori dal mondo, ma soprattutto dal tempo. Le botteghe di artigianato imperversano nelle stradine e catturano gli sguardi dei passanti. A dir poco inquietante il ghigno delle bambole nelle vetrine, sapientemente lavorate e illuminate nel buio, che si ergono a simboli di gusti e tradizioni antiche. Un microcosmo con un suo equilibrio che abitanti e turisti sembrano riuscire a rispettare. In una piacevole serata d’estate, gli stretti vicoli si lasciano attraversare dalla brezza che movimenta l’atmosfera, d’inverno ci si riscalda nelle locande concedendosi vini dal sapore intenso.

La Maremma gioca d’astuzia con la sua carta migliore: lo stupore. Pitigliano ti coglie impreparato e subito dopo incalza con i suoi panorami, i suoi scorci unici. Qui la natura si mescola con la storia dei popoli che hanno abitato la cittadina, o che semplicemente hanno frenato in curva per soffermarsi ad ammirare una delle vedute più sorprendenti dello Stivale.