L’urgenza di realizzare un progetto in un preciso momento della propria vita porta due giovani umbri, senza indugi o esitazioni, ad investire tutto nella passione cinematografica che da sempre, in amicizia e in campo lavorativo, li accomuna. Giacomo Della Rocca e Marco Del Buono ci portano nel mondo di “Corsa a termine”

di Francesca Cecchini

In un momento sociale di grande difficoltà in campo culturale, con tagli economici all’ordine del giorno, c’è chi sorprendentemente ha il coraggio di osare in nome dell’arte e della propria passione. Questo hanno fatto i ragazzi di Dromo Studio, piccola (grande) realtà di Perugia, che hanno deciso di investire nelle proprie capacità e dare vita ad un film, Corsa a termine, pellicola interamente autoprodotta. Tutto nasce da un soggetto scritto da Giacomo Della Rocca circa cinque anni fa: “Una cosa vecchia – ci racconta Della Rocca – che era stata messa in un cassetto”. Passano i giorni, i mesi, e nel frattempo lui e Marco del Buono si incrociano a più riprese, portano avanti vari proponimenti di divulgazione e formazione in campo cinematografico, fino alla decisione di formare insieme una vera e propria società, la Dromo Studio appunto. “Dromo Studio – ci spiega Del Buono – si configura a livello legale come una società tra me e Giacomo, ma a livello lavorativo e anche personale, c’è molto di più, è un gruppo di persone, spesso di amici, che lavorano insieme”. Non solo. “Ci sono anche, ad esempio, dei ragazzi che hanno seguito i nostri laboratori quando facevamo formazione circa cinque, sei anni fa, che sono cresciuti con noi a tutti gli effetti. Ragazzi che stanno terminando gli studi universitari e che si affacciano al mondo del lavoro”. Dromo Studio diventa così anche veicolo per iniziare a coltivare quelle che sono le loro speranze per il futuro.

Il cassetto si apre e arriva l’urgenza di spolverare di nuovo quei fogli e lavorarci su, insieme. Quel che ne esce è un film di circa 37 minuti. Quarantacinque le persone, tra attori e staff tecnico, dietro e davanti le quinte per una pellicola dai connotati fantascientifici. Non ci rivelano molto i due produttori (nonché regista ed aiuto regista), ma qualche anticipazione riusciamo ad averla: “Corsa a termine è un film di narrazione e di fantascienza che prende ispirazione – ci dicono – da vari autori che ci sono cari, contemporanei e non, da Lanthimos (NdR regista di The Lobster) ad Antonioni nella geometria, nel dialogo, nella forma. Il soggetto tratta della storia di una famiglia che in un presente alternativo inscena una particolare rappresentazione di un finto funerale”. A fare da scenario è stato l’ampliamento del Cimitero di Gubbio, opera d’arte contemporanea del noto architetto perugino Andrea Dragoni. Una sorta di “mausoleo metafisico” che si è rivelata location perfetta nel cui spazio adattare il progetto. Ma attenzione a non fraintendere. È un genere di fantascienza “Che non ha effetti speciali, ma che si ispira più ad un modello classico alla Asimov dove l’elemento umano o astratto, metafisico è più forte”. Non interessava rappresentare un mondo futuristico ma piuttosto l’interesse era rivolto “Al discorso di creare dei presenti alternativi” che in Italia non è un aspetto molto approfondito. “Vuol essere anche un modo per parlare della realtà – aggiungono – attraverso una metafora che, a volte, può essere anche più incisiva della mera documentazione”. Per Della Rocca “A livello filosofico, anche concettuale, può essere interessante ragionare attraverso un’astrazione di quello che è magari il presente”.

Come avete affrontato il concetto del presente? (Ci risponde Del Buono) “Quello che ci troviamo a mettere in scena crea delle domande ma non dà delle risposte. Partiamo sempre dal presupposto che il pubblico debba trovarle da solo. Quindi, per risponderti, il nostro presente attuale è un prodotto che si affaccia un po’ a tutte le realtà, tutte le società. Parliamo di temi esistenziali: la vita e la morte. Lasciamo al pubblico la scelta del percorso da seguire”.

Realizzare questo progetto tanto complesso è stata una grande sfida per Della Rocca e Del Buono che sono però riusciti nell’intento di amalgamare e formare un gruppo numeroso di persone con esperienze differenti nei vari ambiti. Una squadra già pronta a lavorare compatta anche in futuro. E la formazione è sempre un punto importante per la DS, che ha sede in una regione come la nostra dove, ci spiegano “Non ci sono tante possibilità di autoprodursi. In Umbria vengono – se vengono – produzioni da fuori e spesso non cercano la manodopera locale. Una manodopera che noi, ad esempio, potremmo garantire”. L’auspicio, quindi, è che il film diventi anche una sorta di progetto pilota che mostri che “Dall’Umbria possano nascere delle produzioni”. E di idee e progetti Giacomo e Marco ne hanno molti. Corsa a termine potrebbe rappresentare il salto dal trampolino per tuffarsi in un oceano più ampio, quello, ad esempio, dei lungometraggi, delle serie tv e delle web series.

Al momento il film è in fase di post produzione e, prima di Natale, pare si potrà assistere alla prima proiezione nel capoluogo umbro. Nel frattempo si pensa di proporre la pellicola a festival internazionali. “Essendo una produzione di medio metraggio ha una spendibilità che non è quella di un film, ma non è neanche quella di un corto. A livello internazionale c’è una sensibilità per i prodotti sotto i 40-50 minuti diversa, non c’è più diversificazione. L’internazionalità del nostro prodotto sta, poi, anche nel linguaggio universale, nella rappresentazione (l’immagine) e nel testo”.

Corsa a termine soggetto e regia di Giacomo Della Rocca, aiuto regia Marco Del Buono, assistente alla regia Giulia Cosentino, fotografia Vito Frangione, sceneggiatura di Samuele Chiovoloni, montaggio di Tommaso Montagnoli, con Francesco Bolo Rossini, Martina Badiluzzi, Giordano Agrusta, Benjamin Ingaldson, Elisa Menchicchi, musiche originali di Daniele Tomassini e Soul Sailor, audio Nicola Fumo Frattegiani, costumi Ambra Onofri, scenografia di Manuel Menghini, edizione Elisabetta Guidotto, produzione Dromo Studio.