Tante soddisfazioni professionali e personali, ma ancora un sogno nel cassetto da realizzare: fare cinema.
“Recitare è un mestiere bellissimo, particolare. Si diventa di volta in volta una persona diversa, si possono scandagliare le emozioni umane e indagare a fondo sulle paure”…
… ed è così che inizia il nostro viaggio alla scoperta di Cosimo Alberti, uno dei personaggi più amati del pubblico partenopeo e non solo.
di Silvia La Penna
Attore di teatro e televisione, curriculum trentennale, prima da emittenti private e poi nelle reti nazionali.
E’ un attore con la “tammorra”, un moderno cantastorie che recita buffe fiabe napoletane a ritmo dei tamburi a cornice, arricchendole con tammurriate e serenate attinte dal vasto repertorio della musica popolare campana.
Cosimo, come nasce la sua passione per il teatro?
La passione per il teatro nasce inconsapevolmente, da ragazzino, avevo 6 anni e frequentavo l’oratorio di San Carlo Borromeo, nel mio quartiere a Napoli. Il parroco, Roberto, era un vero e proprio artista, mi coinvolgeva con la messa in scena dei Sacramenti, canti, laboratori e da lì, pian piano è cresciuta la mia passione per l’arte, la musica, la recitazione.
Crescendo, riscontravo sempre più nel mio carattere (simile a quello di mia mamma), doti come giovialità, allegria, riuscivo a trasmettere solarità; con gli amici ero diventato il mattatore del gruppo: ballavo, cantavo, intrattenevo, fino a quando, alla bell’età di 26 anni, una carissima amica mi ha consigliato di iscrivermi ad un corso di recitazione e da quel momento, il teatro, non l’ho più lasciato.
Cos’è per lei il teatro?
Il teatro è carne, sudore, passione, sangue, respiro, emozioni e cose che, soprattutto in questo periodo di pandemia, sembrano essere diventati utopia.
Come si è adeguato in questo periodo di chiusura?
Tanta tecnologia, social, videoclip… anche se non vedo l’ora di ricalcare i teatri. Ho nostalgia delle compagnie, delle tournée, di respirare quell’aria bella, affascinante, di contatto, di pubblico. Per me, il fascino completo di un artista, nel mio caso di un attore, si trova all’interno della messa in opera delle tre sorelle, quella teatrale, quella cinematografica e quella televisiva.
Ci racconti di più…
Teatralmente ho avuto molte soddisfazioni, ho collaborato con i più importanti nomi del panorama artistico italiano: Isa Danieli, Enzo Avitabile, John Turturro, Giovanni Soldati, Gloriana, Eugenio Bennato, Rino Marcelli, Mario Merola, Marcello Colasurdo, Serena Rossi.
Ho fatto sia teatro classico che contemporaneo, sia quello all’avanguardia che quello comico.
Mi piacerebbe lavorare al Teatro Sannazaro, definita la “bomboniera di Napoli”, insieme alla compagnia stabile attualmente diretta da Laura Sansone nipote di Luisa Conte e, ironia della sorte, mia sorella nella Soap di “Un posto al sole”.
Televisivamente non potrei desiderare di meglio. Vengo da emittenti private, ho lavorato per Telecapri, Canale 9, Canale 21 con “parole e musica” in collaborazione con Gloriana, fino ad approdare in RAI nella soap opera italiana più longeva d’Italia: “Un posto al sole”, dove interpeto il simpatico personaggio di “Cerry” e, da sei anni, divido il set al fianco di personaggi storici della televisione e del teatro italiano.
Oltre al teatro, quali sono le sue passioni?
Indubbiamente il cinema, anche se, ogni volta che mi si presenta l’opportunità, sembra che il destino si accanisca contro di me.
A tal proposito mi piacerebbe raccontare una delle mie ultime disavventure legate al mondo del cinema.
Qualche anno fa, sono stato contattato per fare un provino come controfigura di Kavin Spacey – girava un film in Costiera Amalfitana -, incredibile, ma fui scelto. Da lì a poco, la produzione del film venne sospesa, l’attore fu accusato di molestie, ed anche in questa occasione, il mio sogno di entrare ad Hollywood, anche solo come controfigura, fallì miseramente.
Il teatro è espressione artistica, non solo una forma d’arte, ma una nuova forma di vita, con i suoi ritmi, cadenze, prospettive… e come il cinema, colpisce la coscienza, scuote le emozioni e riesce a toccare quegli angoli segreti dell’anima.
Mi parli dei suoi ultimi lavori e progetti in cantiere.
Ho desiderio di fare molto cinema, quello vero, di autore! Ho chiesto al mio agente di propormi solo ruoli che possano gratificarmi nella mia crescita professionale. Posso vantare una gavetta trentennale di partecipazioni nel cinema come comparsa, figurante speciale e interprete di piccoli ruoli… ma ora basta! So che posso dare di più e lo dimostrerò. Negli ultimi anni mi sono dedicato al cinema indipendente. Collaboro con l’amico Danilo Rovani che, oltre ad essere un bravo attore, è anche un notevole autore e regista a cui mi affido ciecamente seguendo le indicazioni come creta informe. Credo fortissimamente ai ruoli, il regista dirige e l’attore interpreta e nessuno dei due deve interferire nel lavoro dell’altro. A giugno è stato presentato il cortometraggio “A modo mio”, tratto da una storia vera e diventato manifesto contro l’omofobia. Abbiamo in cantiere altri due cortometraggi che completeranno una trilogia incentrata su tematiche sociali molto attuali. Inoltre, Danilo, mi ha già proposto il ruolo da protagonista per il suo primo film che vedrà la sua realizzazione dopo il buon esito con la produzione. Nell’attesa è di prossima uscita il film di G. Soldati “Un uomo di fumo” e “Mirea” di S.Sannino a cui partecipo in entrambii con un cameo che mi ha dato molta soddisfazione.
Cosa chiede ancora dalla vita Cosimo Alberti?
Per la mia vita personale, non posso desiderare altro.
Ho conosciuto un uomo fantastico, ci siamo sposati e sono felice.
Amo cucinare, leggere e vedere film e programmi televisivi. Sono un collezionista seriale, nella mia vita ho collezionato da monete a francobolli, da santini a dischi.
Il suo attore preferito?
Quasi tutti americani: Sean Connery, Antony Hopkins, lo stesso Kevin Spacey; italiani, invece, Nino Manfredi, Gigi Proietti, Giancarlo Giannini e gli intramontabili Alberto Sordi, Totò, Edoardo…
Il suo cantante preferito?
Premesso che la musica mi piace tutta, dalla quella classica a quella jazz al pop…, tra le mie prime passioni abbiamo Donatella Rettore (il mio idolo da ragazzino), attualmente ho un debole per Levante mentre Arisa mi piace come artista e personaggio.
Con queste ultime battute, lasciamo il nostro Cosimo con la promessa di rivederci presto e, perché no, magari conoscere altre molteplici sfaccettature personali e professionali che solo un artista a tutto tondo come lui sa regalare.
Come diceva il nostro grande Eduardo De Filippo, “Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male. Con la tecnica non si fa il teatro, si fa il teatro se si ha fantasia” e, il nostro amico Cosimo, di fantasia, ne ha da vendere.