Diciannove anni, un prestigioso premio nazionale, un disco già pubblicato e una (grande) testa sulle spalle. Giovanni Artegiani, oltre che abile musicista, incarna in pieno il ragazzo della porta accanto con valori di vita alla mano e sorriso sereno sulle labbra.

di Francesca Cecchini

Classe 1996, si avvicina alla musica da giovanissimo fino a che, nel 2013, a diciassette anni, arriva il suo primo brano, Ispiramore, canzone da cui lo scorso anno ha preso il titolo il suo primo disco. Incontriamo il perugino Giovanni Artegiani durante una sua esibizione in centro storico, nell’ambito del cartellone Memorie per il Futuro dell’Associazione Borgo Sant’Antonio Porta Pesa. Per l’occasione il musicista si ritrova “in strada” a stretto contatto con il pubblico che sembra apprezzare molto sia i brani del suo progetto personale che alcune cover di note band italiane e non. Ma cosa rappresentano le nove tracce di Ispiramore per un giovane artista che, nonostante la brillante carriera già avviata, si dimostra in ogni occasione un ragazzo semplice, umile e con i piedi ben saldi a terra? “Ispiramore è per me un lavoro importantissimo arrivato, tra l’altro, all’improvviso. Poco dopo l’inizio delle mie esibizioni in pubblico è balenata infatti la possibilità di pubblicare un disco. Il titolo viene dalla mia omonima prima canzone e mi sembra calzare a pennello, è molto suggestivo. All’interno dell’album ci sono due anime abbastanza definite che sono una più riflessiva e romantica e un’altra più scanzonata, energica e ritmata. Anche ora, riascoltando l’album a distanza di tempo, sono molto soddisfatto che queste due versioni abbastanza nette emergano, rendendo il disco abbastanza vario”.

Come si è creata l’occasione di incidere il disco?

Ho inviato la canzone Animo malinconico a diverse case discografiche. L’indipendente Seahorse Recordings di Catania mi ha subito risposto chiedendomi di intavolare un dialogo per collaborare ad un eventuale disco. Sono partito per la Sicilia ed è nato Ispiramore.

Quanto tempo ci è voluto per registrare l’album e come è stato il rapporto con l’etichetta?

Sono rimasto a Catania quindici giorni. Il rapporto che si è venuto a creare è stato di grande collaborazione ed è stata un’esperienza formativa per me molto importante. Sin dal primo giorno le mie idee sono state prese in grande considerazione, fatto che non davo per scontato, e ho apprezzato molto la creatività e la professionalità dei musicisti proposti dalla Seahorse per la registrazione con cui ho lavorato in grande armonia.

Dopo questa esperienza arriva anche la sua partecipazione e vittoria del Premio Nazionale Lucio Dalla 2016.

Sono arrivato a Bologna per partecipare al premio privo di aspettative perché immaginavo mi sarei confrontato con artisti con molta più esperienza di me e con un modo di scrivere ben più vicino, quindi, a quello dei grandi del passato. Era il primo per cantautori a cui partecipavo e mi rendevo conto delle difficoltà di un premio tanto prestigioso. Appena fatto la prova per i volumi, la sera prima dell’esibizione di canto, si sono tutti alzati in piedi per applaudire e lì ho capito che avrei potuto vincere. Sensazione confermata durante la semifinale. Poi è arrivata la vittoria e ne sono stato molto felice.

Al premio ha partecipato con Animo malinconico. Cosa rappresenta per lei questo brano?

È il brano più importante che ho composto e a cui sono maggiormente legato. Con Animo malinconico ho vissuto le esperienza più belle che mi sono capitate finora: è il brano inviato ai discografici, quello con cui ho vinto il premio Lucio Dalla e rappresenta anche la sconfitta che meno mi aspettavo ad un concorso. Mi viene spesso ripetuto da chi ascolta il disco che è la canzone “preferita” e questo non può che farmi piacere.

Le sue esibizioni non sono sempre al piano solo ma, a volte, è accompagnato da una band con cui suona anche delle cover. Come mai questa scelta?

La band è composta da quattro elementi: ci sono io al pianoforte, voce e chitarra acustica, Lorenzo Giulietti al basso, Matteo Fiorini alla chitarra, Alessio Lucaroni alla batteria. Abbiamo iniziato a lavorare già da alcuni mesi ma ci siamo esibiti live per la prima volta insieme da poco a Elleran’ do. In genere cerco sempre di cantare i brani di Ispiramore ma ci sono occasioni in cui il mio concerto è all’interno di manifestazioni più ampie e integriamo con delle cover. Secondo me la cover andrebbe sempre suonata. Sono convinto che sia importante per se stessa e per il tuo brano, quello che si andrà ad eseguire subito dopo. Se sei bravo nella cover il pubblico ti dà l’opportunità di ascoltare il tuo con maggiore attenzione.

Progetti futuri di lavoro e studio?

Innanzitutto per me il progetto di studio è regolare ed importantissimo. Frequenterò il secondo anno di Scienze Politiche cercando di conciliare al meglio lo studio universitario e la musica. Per la musica è subentrata una bellissima variante all’attività di cantautore che è quella di autore. Non c’è ancora nulla di definitivo, perciò non voglio svelare da chi viene la richiesta – ci dice sorridendo –, ma posso dire che mi è stato chiesto di comporre alcuni brani per delle cantanti.