di Annamaria La Penna
IL COSTUME FEMMINILE
Il costume tradizionale rappresenta ancora il modo di vestire delle donne di Letino e le identifica nell’ambiente sociale del paese, conservando ancora oggi il colore originario. Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad una fase intermedia sull’uso del costume folclorico, esso è indossato soltanto in particolari circostanze, come ad esempio, in alcuni casi, il matrimonio o sul letto di morte. Attualmente a Letino, il costume è attualmente indossato quotidianamente da una sola signora. Nel corso di manifestazioni turistiche e folcloriche/religiose, numerose sono le donne che con orgoglio e fierezza ne fanno sfoggio. Certamente è tra i più belli e più ricchi costumi dell’area municipale campana del Matese. Riguardo poi al colore del costume di Letino, sono necessarie alcune considerazioni legate allo stato sociale della donna, vale a dire se giovane, nubile, maritata, zitella o vedova. La giovanetta non porta né il panno né la mappa; la nubile, in altre parole la signorina, indossa panno e mappa di colore verde. Per la maritata invece, mappa e panno sono di colore rosso. La zitella, oltre al panno e la mappa verde, porta altri segni di distinzione, come ad esempio, dei nastri di colore rosso che servono anche a reggere i due manicotti alla camicia. La vedova, infine, porta panno e mappa di colore nero, senza nessun particolare ornamento. La donna rimasta vedova e che intende spezzare il lutto, indossa un panno e una mappa di colore rosso granato.
Soltanto il costume da sposa è sfarzosamente ornato e arricchito d’oro.
L’originalità del costume delle donne di Letino non sta soltanto nella forma strana ma alquanto piacevole dei suoi componenti essenziali, ma è dovuta soprattutto a quel grazioso motivo ornamentale che consiste nel legare i capelli in due fila di trecce con delle cordicelle bianche intessute a mano, chiamate “tricciole. Quest’antico sistema d’acconciatura assolve la funzione di reggere la “mappelana” e che trova una stretta somiglianza con alcuni costumi del versante molisano del Matese, come ad esempio, il paese di Roccamandolfi, o addirittura appartenenti all’altra sponda adriatica e del Mare Egeo.
In Letino il costume femminile si è conservato quasi intatto nel corso dei secoli, anche se ha subito delle opportune modifiche, che non hanno però alterato la sua originalità.
Il costume è stato quindi adattato al clima e al tipico ambiente d’alta montagna, infatti, domina la lana pettinata e finemente ricamata.
Gli elementi principali che compongono il costume tradizionale di Letino sono:
l . LA `UNNELLA, tessuta con lana turchina pesante e ricamata a mano.
2.RU MANTERU, ottenuto da un pezzo di panno — lana rettangolare e impreziosito da ricami e lavorato con fili d’argento. Esso è legato alla vita da una fascia, “la centa”, anch’essa tessuta a mano, con il caratteristico pettine di legno.
- 3. RU PANNU, di lana pesante, lavorato a mano, legato alla vita e pendente posteriormente fino a coprire la gonna. E’ di colore verde per la giovane, rosso per la maritata, nero per la vedova e rosso granato per il mezzo lutto.
- 4. LA CAMMICIA, di cotone bianco e con maniche a sbuffo che arrivano al gomito.
- 5. RI’ PIZZIGLI, ossia un merletto che si mette intorno al collo e che da supporto ai fili d’oro e alle collane.
- 6. L’ MAN’ CH’, ricamate in oro, e arricchite da nastri rossi e verdi. Servono a coprire le braccia dai gomiti ai polsi. Anche questo pezzo del costume sta ad indicare lo stato sociale della donna. Nel caso di una signorina, i due nastri colorati messi insieme, stanno ad indicare la presenza di una ragazza fidanzata ufficialmente, mentre se è presente solo quello di colore verde la signorina non è fidanzata.
- 7. LA MAPPA O MAPP ‘LANA, rappresenta il pezzo più pregiato dell’intero costume femminile. E’ un copricapo rettangolare e piegato in un modo particolare e unico, finemente ricamato a mano con un punto senza rovescio e col bordo contornato da una frangia anch’essa lavorata in oro. La mappa è fissata alle“trecciole” ottenute dall’intreccio dei capelli con le “tricciole”, lavorata con il pettine di legno. E’ di colore rosso per la maritata, verde per la giovane e nera per la vedova
- 8. LA SPILLA O LA SCPINGULA (LO SPILLONE), è una grossa spilla cesellata in filigrana d’argento da artigiani orafi a forma di pomo o di cipolla, regalata alla sposa dalla famiglia dello sposo, la sua grandezza determinava la ricchezza della famiglia dello sposo. Sembra originaria della Bassa Ucraina ed è ancora adoperata dai costumi di molti paesi che fanno corona all’area del Matese, come ad esempio, Frosolone, Roccamandolfi, Sant’Elena Sannita, Guardiaregia e Cerce Maggiore.
Lo spillone, dal peso di 130 — 250 grammi e oltre, serve anche a reggere ulteriormente la mappa e anche come arma di difesa dell’onore e personale.
9. RI ZAMPITTI, una specie di calzari ottenuti dalla conciatura delle pelli di pecora, vacca e d’asino. Sono allacciati fino al ginocchio con delle stringhe chiamate “currioli”. Servono per proteggere i piedi dal freddo, dalla neve e dall’umidità dei boschi.
IL COSTUME MASCHILE
Per quanto riguarda il costume maschile, gli esempi più caratteristici provengono dagli indumenti che sono indossati giornalmente dai pastori di Letino, in funzione della loro attività. La semplicità della vita pastorale, la naturalezza di una forma d’attività rimasta immutata nei secoli e fino ai nostri giorni, hanno preservato l’abito maschile, che è giunto inalterato e ben conservato.
E’ da notare inoltre, che il costume maschile, sopravvive soltanto in certi ambienti d’alta montagna e il suo uso è scemato gradatamente intorno agli anni Sessanta.
Essenzialmente il costume maschile è costituito da un calzone corto di panno nero, aderente e con spacchi laterali all’estremità e tenuti stretti al ginocchio da “leazze” tessute con il pettine di legno. La camicia, di cotone bianco, di solito a casacca, è ricamata sul davanti, ai polsi e all’attaccatura delle maniche. Sul davanti il pantalone è chiuso da una patta alla marinata, con una serie di bottoni dorati.
I calzettoni di lana bianca sono lavorati ai ferri. Nel corso del secondo dopoguerra sono scomparse le pezze da piede e i relativi “scarpuni” o “zampitti”, fatti con pelle d’asino o di vacca. I pantaloni sono mantenuti alla vita dalle“cente” girate intorno per più volte.
Completa l’abbigliamento il corpetto o gilet dai grossi bottoni metallici e dorati. Questo è ornato da nastri e lacci. La giacca, ad un solo petto, come il corpetto, è di panno lana di colore scuro, provvista di bottoni e nastri.
D’inverno, quando il freddo del Matese è intenso e pungente, il pastore di Letino si protegge con un largo mantello a ruota, “la cappa”, e con un cappello nero alla paesana a falde ampie e con cupola bassa, confezionato fino ad alcuni anni fa, da artigiani di Gallo Matese.