Il Palazzo Ducale fu costruito dopo il 1470 dall’architetto Francesco di Giorgio Martini, in seguito alla conquista del feudo avanzato di Gubbio da parte dei Montefeltro, ed è dichiaratamente l’espressione di un modello di vita che si ispira alla civiltà umanistica e rinascimentale

di Pierpaolo Vicarelli 

Il pomeriggio di una primavera appena sbocciata. Una telefonata “rinascimentale”, desta il mio torpore. La voce della dottoressa Francesca Abbozzo, direttrice dell’allestimento museale della Soprintendenza ai Beni Culturali dell’Umbria, suona come un proclama che non t’aspetti: vuole mostrarci le meraviglie del Palazzo Ducale di Gubbio appena restaurato. Il tempo di saltare in sella alla mia Ducati e dopo venti minuti di curve, sopra l’antico corridoio bizantino, sono al cospetto della città dei Ceri. Una vigilessa clemente mi fa accedere al centro storico. La città è silente. Fra capitelli in pietra serena e stemmi gentilizi, salgo il ripido selciato che porta al Palazzo Ducale, al di la del quale sembra risuonare una voce Cinquecentesca: “Benvenuti alla corte di Federico!” Un alto portone si schiude dinanzi al cortile d’onore quadrangolare mentre le arcate dei portici sembrano rincorrersi invitandoci all’interno del Palazzo, voluto dal famoso condottiero e mecenate Federico da Montefeltro, già signore di Urbino.

LA STORIA

Il Palazzo Ducale fu costruito dopo il 1470 dall’architetto Francesco di Giorgio Martini, in seguito alla conquista del feudo avanzato di Gubbio da parte dei Montefeltro, ed è dichiaratamente l’espressione di un modello di vita che si ispira alla civiltà umanistica e rinascimentale. Alla morte di Federico, la splendida dimora eugubina passò al figlio Guidubaldo fino al 1508, il quale dapprima spodestato da Cesare Borgia, lo riconquistò per cederlo al nipote adottivo Francesco Maria della Rovere. Oggi il Palazzo Ducale ci viene riproposto nel suo antico splendore dopo un accurato intervento di restauro sia nel suo aspetto architettonico che negli arredi interni. Una perla italiana nella nostra terra che gli eugubini custodiscono gelosamente, grazie all’impegno assunto tre anni fa con un protocollo d’intesa stipulato tra la direzione regionale dei beni culturali e il Comune di Gubbio, con il prezioso supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

LE OPERE

Un lavoro certosino con catalogazioni attribuite dopo approfonditi studi riguardanti 140 dipinti ad olio su tela, 14 su tavola, una scultura raffigurante Francesco Maria I Della Rovere, 83 arredi d’epoca, ricollocati la dove le usanze cortigiane del signore di Urbino, li avevano lasciati oltre cinquecento anni fa. Le sale del palazzo si susseguono in ordine tematico: ad oriente le segrete stanze del Duca con uno studiolo simile a quello del palazzo di Urbino; un gioiello ligneo colmo di cultura e memoria letteraria, realizzato da Giuliano da Maiano tra il 1478 e il 1482, purtroppo emigrato in America nel 1939 ed attualmente esposto al Metropolitan Museum di New York. Un monumentale scalone d’onore conduce ai piani alti del palazzo dove i decori, le cornici e gli architravi richiamano i colori della casata feltresca. Tutto rimane intatto fino al 1632, quando Vittoria Della Rovere, ultima erede universale, si trasferisce a Firenze, già promessa sposa di Ferdinando II de’ Medici. Da quest’epoca il palazzo Ducale muta di proprietà tra il patriziato eugubino, con alterne vicende conservative sino al 1874, ma resta a pieno titolo uno dei luoghi antesignani della cultura rinascimentale. Nel ventesimo secolo il Ducale passa in proprietà allo Stato che insieme alle istituzioni locali, ne consente l’uso valorizzandone il patrimonio ed inserendolo in un nuovo sistema museale. Papi, notabili, gonfalonieri e nobildonne, posano austeri nella galleria dei ritratti a dimostrazione di quanta storia è passata attraverso le sale del palazzo. Per un attimo ci sembrano riapparire figure di dame rinascimentali, scorrere lungo il corridoio federiciano, dietro i luminosi spazi finestrati sino a sfilare regalmente nel maestoso salone di corte, dove le chiarine annunciavano i ricevimenti ed il suono dei liuti e delle spinette, si accompagnava a quello dei flauti e dei clavicembali, allietando le feste di palazzo.

LE DAME

Se importante è stata la condotta politica dei Montefeltro e dei Della Rovere, determinante è stata la presenza femminile nell’enturage della vita di corte. Battista Sforza, Elisabetta Gonzaga Montefeltro, Giulia Varano Della Rovere, Livia Feltria Della Rovere de’ Medici. Sono soltanto alcune delle donne che durante le assenze belliche dei mariti, hanno saputo circondarsi di personaggi di cultura, amanti dell’arte, artisti, dimostrando tutta la loro diplomazia, la loro capacità di reggenti, imprenditrici, amanti e committenti di opere d’arte. La cura dell’allestimento degli arredi d’epoca, la ricollocazione delle opere appena restaurate nelle otto sale del palazzo, offrono un percorso mirato al coinvolgimento del visitatore e mentre lasciamo il salone di corte con i suoi dipinti di rappresentanza tra sacro e profano, percepiamo il gusto delle prime note manieriste. La scuola emiliana e quella bolognese del 1600, in raccordo con quella tardo rinascimentale, fino alla pittura di genere e il paesaggio di cultura romana e napoletana.

Come un cavaliere di ventura, risalgo in sella alla mia Ducati, lasciando con pacata nostalgia i tesori del palazzo Ducale di Gubbio.