di Annamaria La Penna
(foto di Matteo Vicarelli)
Nella Tenuta Castelbuono nasce il Lampante, Montefalco Rosso Riserva 2008, ultimo arrivato delle etichette Lunelli
Il vino è la poesia della terra e il Sagrantino è la poesia dell’Umbria
Ecco come Alessandro Lunelli, ci presenta il vino principe dell’Umbria.
Alessandro, classe 1978 è uno dei quattro cugini responsabili del Gruppo Lunelli, da tre generazioni alla guida delle Cantine Ferrari di Trento ed è anche il responsabile della Tenuta Castelbuono, nata nel cuore dell’Umbria a Bevagna, dove è stato costruito il “Carapace”, l’unica cantina-scultura umbra, progettata da uno dei più grandi maestri dell’arte contemporanea, Arnaldo Pomodoro.
Il “Carapace”, ispirato a una tartaruga, simbolo di stabilità e longevità, che con il suo guscio, unisce il cielo e la terra, nasce da un’amicizia ed un sogno tra la Famiglia Lunelli e il maestro di realizzare una scultura in cui si possa vivere, lavorare e creare grandi vini.
Ed è proprio dalla creazione di questi grandi vini, che Alessandro ci accompagna in questo viaggio dove ci racconta e ci presenta, in anteprima, le ultime novità della Famiglia Lunelli.
“Siamo venuti in Umbria “, ci dice Alessandro, ” e siamo rimasti subito affascinati dal suo territorio e dal Sagrantino. Abbiamo così scoperto un grande vitigno e un territorio splendido, e il Sagrantino ci ha subito colpiti per la sua potenza e longevità”.
La Famiglia Lunelli inizia in Umbria con il Montefalco Sagrantino e Montefalco Rosso, cosa troviamo oggi di nuovo?
Oggi presentiamo un nuovo vino, il Montefalco Rosso Riserva 2008, un completamento di gamma dato dalla selezione di uve dei nostri vigneti e che subisce un affinamento superiore al Montefalco Rosso, ed è una piccola chicca che abbiamo voluto creare per dare una particolarità e una specialità ai nostri migliori clienti.
Altra novità è che abbiamo voluto unificare tutti i nostri vini sotto il nome di Tenute Lunelli, creando una nuova veste grafica per coordinare tutto quello che facciamo nel mondo dei vini fermi in Trentino, in Toscana e in Umbria. Abbiamo deciso di racchiuderli sotto un unico ombrello, mantenendo comunque l’identità territoriale, lasciando il fossile per la terra Toscana, lo stemma nobiliare che è all’interno della nostra Villa Margon per il Trentino ed il Carapace per l’Umbria.”
Le tre etichette umbre oggi sono CARAPACE, Montefalco Sagrantino D.O.C.G., nome che richiama la cantina stessa; ZIGGURAT, Montefalco Rosso D.O.C., sempre un nome dato dal Maestro Pomodoro, che richiama i templi assiro babilonesi che, salendo da terra verso il cielo per unire l’uomo a Dio, richiamano la scala centrale elicoidale che unisce il carapace alla zona sottostante della barricaia e che essendo blu, ricorda il cielo; LAMPANTE, Montefalco Rosso Riserva D.O.C., invece ricorda il dardo, un dardo lampante, che colpisce e segna il posto fin da lontano, in contrasto con il Carapace, la cantina, che si fonde con le colline e diventa quasi invisibile.
C’è interesse a produrre nuovi vini umbri?
“Siamo venuti in Umbria per produrre Sagrantino e vini tipici del territorio di Montefalco e per completare la gamma”, continua Alessandro, “posso già dirvi in anteprima che il prossimo anno presenteremo il Passito; ma ciò non toglie che in futuro questo possa ampliarsi e pensare di fare anche altri vini, ma per ora crediamo che questa cantina debba vivere di vini tipici della zona”.
Il Sagrantino Tenute Lunelli diverso, perché?
“Il Sagrantino è un vino che può vincere la battaglia contro il tempo e tutti i nostri vini hanno un tratto che li accomuna: un lungo affinamento. Abbiamo imparato che una lenta maturazione del Sagrantino in botti grandi di rovere dona grande eleganza e ammorbidisce i tannini, regalando un piacevole senso vellutato al palato. Allo stesso modo il nostro Montefalco Rosso Riserva invecchia per oltre un anno e mezzo in botte grande e tonneaux. Questi lunghi invecchiamenti contraddistinguono il nostro fare sia in Umbria che in Toscana e in Trentino. Non è, ovviamente, un valore assoluto, ma ognuno dà la propria caratteristica impronta al proprio vino, e questa è la nostra. Siamo inoltre in conversione al biologico, in cui crediamo molto.”
Piccolo resoconto di un anno di lavoro a oggi
“Siamo molto soddisfatti del grande interesse che ha suscitato il Carapace dall’apertura ad oggi. Abbiamo avuto oltre 10.000 visitatori, sia italiani che stranieri, che hanno visitato la cantina e degustato i nostri vini, mirando uno splendido panorama sui vigneti o studiando i dettagli della cupola progettata dal Maestro Pomodoro. Dal punto di vista commerciale continuiamo a esportare molto, e siamo presenti in Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi e in molti altri paesi, anche se il volume principale è rappresentato dall’America”.
“Con il Consorzio e tutti i produttori di Sagrantino stiamo lavorando insieme per promuovere il vitigno e quindi il territorio, il tutto con grande sinergia”.
Cosa cambiereste?
“E’ difficile dirlo, ovviamente tornando indietro cambierei alcuni dettagli, ma quello di cui sono maggiormente felice è quello che stiamo presentando oggi: una nuova veste grafica per le nostre etichette e un nuovo vino. Potendo tornare indietro nel tempo avrei voluto coordinare l’apertura della cantina in parallelo a questo nuovo lancio”.
“Il Sagrantino” conclude Alessandro “è un vino che rappresenta benissimo il territorio umbro, ha una grandissima potenza unico al mondo. Il contenuto di polifenoli lo rende un vino molto caratteristico e distintivo, un vino che ha un pregio e un difetto. Il difetto sta nel fatto che molte persone non esperte possono trovarlo un vino difficile. D’altro canto il grandissimo pregio sta proprio in questo: questa sua complessità e struttura lo rende un grande oggetto del desiderio per chi lo conosce e lo ama. Io ovviamente faccio parte di questo secondo gruppo.”