di Francesca Cecchini

In occasione del Festival, l’antica arte della Falconeria incanta la piazza gremita con la maestosità e l’eleganza delle acrobazie dei predatori

Una grande passione quella di Gherardo Brami e del suo staff di falconieri professionisti “Falconarius” che, da molti anni ormai, cercano di avvicinare il pubblico alla cultura dei rapaci non per fare “spettacoli circensi”, come ha asserito ieri, 15 agosto, a Corciano, Brami stesso, in occasione di un momento dedicato al Festival, ma per cercare di divulgare e tutelare l’antica arte della falconeria. Per questo, il centro storico del borgo umbro ha potuto assistere, rimanendo senza fiato, al volo di tre maestosi esemplari che sono stati coinvolti in simulazioni di caccia, seguendo le linee dell’antica tradizione e dell’assoluto rispetto da parte dell’uomo per questi meravigliosi predatori. Tutto al suon della voce e seguendo la gestualità delle mani esperte di Brami e di Maddalena Bertolozzi Caredio.

“I rapaci – ha spiegato il falconiere – non si legano all’uomo. Scelgono di interagire con lui e, anche dopo tanti anni di “allenamento”, una volta lasciato libero di volare, abbiamo il 50% delle possibilità di vederlo tornare indietro a posarsi sul nostro pugno, unico punto di contatto fisico possibile con questi animali. Alcuni esemplari scelgono di non tornare ed essere liberi ma, essendo nati in cattività, si accorgono generalmente che vivere in natura non è così facile e, spesso, tornano sui loro passi”.

Tra gli esemplari impiegati durante gli spettacoli dei Falconarius: Falconi, Aquile – come nel caso di ieri – e Gufi.