A Galeria Antica, si sa, nulla è come sembra. Qui la pace e la mistica tranquillità fanno da cupola al nostro Es. Esistono luoghi nel mondo, però, che il Male sembra voler attirare a sé e qualcosa, questa volta, ha turbato anche noi. Quello che sto per descrivere, infatti, non corrisponde a ciò che abbiamo visto, ma alle suggestioni che questo luogo ci ha donato e che hanno portato a sospendere la “gita”
di Daniele Pandolfi
Vecchio villaggio alle porte di Roma, Galeria fu abbandonata prima del Medioevo dai suoi abitanti a causa (si dice) di una forte epidemia di peste che li costrinse alla fuga. Da quel momento iniziò la sua lenta e peccaminosa decaduta, fino a diventare un ammasso di ruderi immerso in un paesaggio che continuava a mantenere un certo fascino perverso. Tante le dicerie e altrettante le leggende che aleggiano su questo luogo. Messe nere, innocenti uccisi e cadaveri nascosti in chissà quale pertugio hanno infatti contribuito ad accrescere la convinzione che il Male stesso abbia continuato ad abitare in questa piccola città fantasma.
All’ingresso un cancello porta una scritta che vieta di fatto il transito, con tanto di videocamera puntata. Ripensando alla nomea di questo posto, non con pochi dubbi, abbiamo pensato che se ci avessero fatti secchi, prima o poi, qualcuno almeno sarebbe venuto a cercare i nostri corpi. Pochi minuti e dietro le nostre spalle si palesa un ragazzo dall’aspetto apparentemente normale, se non fosse per il fatto che sceso dalla sua auto sembrava parlare con qualcuno al suo fianco. Qualcuno che, però, noi non vedevamo di certo. Inveiva ed era così carico di rabbia che per un momento abbiamo pensato fossimo già a tu per tu col nostro papabile aguzzino. Appena incrociati i nostri sguardi, il suo viso corrugato si distende in un immenso sorriso. Era un frequentatore del luogo, lo si capiva anche dal modo in cui era attrezzato. “Galeria è piena di insidie e il cammino è lungo e tortuoso”, dice. Per questo il ragazzo si propone di farci da guida e, ancora pieni di dubbi, accettiamo col classico brivido al di là delle spalle. Lo sconosciuto comincia a parlarci del luogo e della nomina che negli ultimi anni aveva ottenuto, essendo particolarmente nascosto e difficilmente raggiungibile. Un perfetto set cinematografico per un film horror con la H maiuscola. Dallo zaino del ragazzo sentiamo rumori di ferraglia poco invitanti e, prestando attenzione alle sue mani, ci accorgiamo che “i conti” delle sue dita, come dire… non tornano. Non per discriminare, ma unito alle impressioni precedenti, il suo aspetto da Bestia di Satana non aiutava il nostro Super Io. A quel punto il sole non più alto nel cielo e la voce del nostro Cicerone che cominciava a cambiare tonalità sono stati la fatidica goccia. Ci congediamo quindi con la scusa di non essere ben equipaggiati per sopportare il percorso animato da serpi e chissà cos’altro. Un ultimo sguardo allo sconosciuto ci ha fatto capire di aver preso la giusta decisione: addentrandosi nell’oscura vegetazione di Galeria riprende a parlar con qualcuno. Ma con chi?