di La Penna

L’antica bellezza della regione è una ricchezza da difendere e valorizzare sempre più

Sembra lontano anni luce eppure oggi è ancora così. “Ma davvero? Cosa dici mai? È ancora felice la nostra terra, la nostra splendida Campania?”, qualcuno ancora chiede. La risposta? “A dispetto di tanti soprusi e sfregi che le abbiamo saputo infliggere, la Campania ha ancora tante ricchezze, bellezze, meraviglie e antiche memorie e da queste trae forza per non morire, riemergendo, quale mitica Fenice, dalle proprie ceneri”. Terra di vita, sole e cultura, di mare, sapori e profumi, di gusto, colori e cordialità come poche regioni dell’italica penisola, l’ager Campanus o più notoriamente Campania Felix è sempre stata una terra prosperosa ed indicava originariamente il territorio della città di Capua nel periodo romano fino ad estendersi a tutta la pianura racchiusa tra il fiume Sele ed il Garigliano, tra gli Appennini ed il mare in un crocevia di terreni fertili dovuto al magico incrocio tra terra lavica ed esondazioni del fiume Volturno e che permise, con le sue copiose coltivazioni, di produrre grano e sostentamento per gran parte dell’impero romano. Si potrebbe parlare all’infinito di questa meravigliosa terra ma ho scelto di porre l’attenzione solo su alcuni aspetti che la Campania Felix racchiude. La Campania, per esempio, è composita, variegata come il Cibo che vi si trova; beneficia del clima e della terra per la produzione di saporite golosità tipiche della Regione, soprattutto prodotti DOP o IGP, noti in tutto il mondo. Gli Artigiani di alta qualità rendono ogni prodotto una vera e propria opera d’arte, tanto da meritarsi il titolo di Maestro. Famosi per la secolare tradizione nell’arte presepiale, ispirati alla scuola dell’arte della terracotta napoletana, alla tradizione del Settecento, i Maestri son capaci di rappresentare abilmente presepi e pastori, personaggi profani, reali e da collezione che si mescolano ironicamente a madonne, santi ed angeli con fine ed arguta perizia. La M ricorda il mare, ma non solo. I Marroni di Roccadaspide IGP, prodotti in almeno 70 comuni della provincia di Salerno. Dal sapore zuccherino, gradevole al consumo fresco, è utilizzato nella lavorazione industriale anche se l’uso più comune è quello delle caldarroste. E’ molto ricco di carboidrati e, insieme alla Castagna di Serino e di Montella IGP, viene definita come una delle castagne migliori di tutta la Campania. La Mela Annurca Campana IGP, una delle varietà di melo più apprezzate e conosciute, è considerata la regina delle mele, molto ricca di vitamine, fibre e minerali, diuretica e adatta ad anziani e bambini. Si produce in ben 137 comuni delle province campane e viene utilizzata per la preparazione di succhi, dolci e liquori. La Mozzarella di Bufala Campana DOP viene prodotta prevalentemente nelle province di Salerno e Caserta, realizzata con pasta filata e latte fresco di bufala. Molto ricca di proteine e grassi è possibile trovarla non solo nella forma rotondeggiante spezzata a mano ma anche in quella di bocconcini, perline, nodini, trecce, ciliegine e ovolini oltre che nella versione “affumicata”. La P rimanda al Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP, conosciuto in tutto il mondo per la sua predisposizione alla trasformazione in pelato; viene coltivato in provincia di Salerno, Avellino e Napoli. Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio è uno di quegli ortaggi che subisce un processo di produzione particolare. Una volta raccolti vengono riuniti in grappoli e legati con delle cordicelle di canapa per poi essere appesi ed asciugati alle pareti. Una volta terminato il processo vengono utilizzati per condire pizze, pasta e piatti di pesce. L’Albicocca Vesuviana viene prodotta nei comuni di Napoli e le varietà del suo nome stanno ad indicare oltre 40 biotipi originari del posto. Per questo la Campania risulta essere la regione più importante per la coltivazione di questo frutto il quale viene molto apprezzato sul mercato per la sua dolcezza e sapidità. Ottima se consumata fresca anche se vi è una buona parte destinata alla trasformazione in confetture, canditi ed essiccati. La Nocciola di Giffoni IGP identifica la “Tonda di Giffoni”, una delle varietà italiane più pregiate. Si produce nelle zone di Salerno ed in particolare nella Valle dell’Irno e nella zone dei Monti Picentini. Presenta un contenuto fortemente nutritivo e degli studi hanno dimostrato come il suo consumo protegge dalle malattie cardiovascolari e dall’arteriosclerosi per la presenza di sostanze grasse che limitano il livello di colesterolo nel sangue. Questa Nocciola viene consumata nel torrone, al naturale, ricoperta di miele o cioccolato. La I rimanda all’innovazione, alle invenzioni, alle iniziative per la promozione e la divulgazione della scienza gestita, per esempio dalla Fondazione IDIS-Città della Scienza e messa in atto attraverso una struttura multifunzionale sita nel quartiere di Bagnoli in Napoli e composta da un museo scientifico interattivo, un incubatore di imprese e un centro di formazione. Il museo scientifico interattivo è andato distrutto in un incendio la triste sera del 4 marzo 2013 ma, dopo solo un mese, ha riaperto alcuni spazi del complesso con mostre ed attività diverse utili a dimostrare che bisogna non arrendersi ma continuare a lottare e sperare in un futuro migliore! Le istituzioni, come i privati, mirano a ricostruire la struttura nel più breve tempo possibile non solo perché è una delle più importanti attrazioni della città ma perché un centro di innovazione, tecnologia e ricerca accessibile a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni. Le Alici di Menaica vengono pescate con un’antichissima tecnica nei comuni di Pisciotta e Pollica, in provincia di Salerno. Dopo essere pescate, vengono lavorate per essere messe sotto sale ma possono essere consumate anche fresche, crude o cotte. Si acquistano direttamente dai pescatori e già alle prime ore del mattino sono finite. Ma la prosperità della Campania, non finisce qui! C’è ancora il Fico Bianco del Cilento DOP, una delle varietà più pregiate di tutto il Meridione. Si produce in ben 68 comuni della Campania; prima di essere commercializzato viene essiccato per poi essere farcito con mandorle, nocciole, bucce di agrumi, noci, semi di finocchietto, ricoperti al cioccolato o immerso nel rum ed utilizzato prevalentemente durante il periodo natalizio. L’Enogastronomia campana è ricca di ingredienti e ricette saporite, ma semplici, che sono alla base della cucina mediterranea. Se volete trascorrere le vacanze a Ischia, Sorrento, Capri o Napoli, per esempio, potete approfittare dell’occasione per assaporare tutto il meglio delle specialità napoletane. Tra gli ingredienti principali spiccano pomodoro e basilico, alla base del famoso ragù alla napoletana, la cui cottura richiede molte ore e che, ancor oggi, per i Napoletani è il tradizionale piatto domenicale, i “maccarune c’o rraù”. Un altro piatto tipico della cucina campana è la famosa pizza napoletana esportata e imitata in tutto il mondo. Di origini antichissime, si pensa, infatti, sia nata a cavallo tra ‘700 e ‘800 la prima pizza margherita, dal nome della regina alla quale fu dedicata, il cui ingrediente principale è sicuramente la mozzarella di bufala campana ma sempre più arricchita da gustosi prodotti locali. Il periodo migliore per gustare e visitare la nostra Regione è l’inizio dell’estate, quando complice il clima e temperatura mite, ci si può dedicare alle gite culturali e agli itinerari enogastronomici in tutta tranquillità.  Il Limone Costa d’Amalfi IGP altro non è che il nome della varietà “Sfusato Amalfitano” il quale si presenta a forma affusolata, varietà in assoluto tra le più ricche di vitamina C; coltivato in tutti i comuni della Costiera Amalfitana e, oltre ad essere utilizzato al naturale, funge da condimentario. In alcuni bar del posto è possibile gustare il cosiddetto “caffè al limone”.  Il Limone di Sorrento IGP si produce nei comuni della Penisola Sorrentina. Nella letteratura è conosciuto come “Limone di Massa” e/o “Ovale di Sorrento”. Viene considerato il limone per eccellenza per la realizzazione del limoncello o per i mercati dei limoni freschi. In cucina può essere impiegato in diversi modi: al naturale, per la realizzazione di marmellate, bevande, dolci, succhi e spremute. Essendo il limone per eccellenza, gli chef inventano le ricette più disparate per far conoscere sempre più questo prodotto. La I dell’ispirazione è sicuramente il fondamento della cultura campana; rende possibile trasformare un problema in una occasione, una difficoltà in una sfida. Ciò che manca l’ingegno campano lo crea, ciò che abbonda lo recupera investendolo. L’ispirazione, l’ingegno e l’inventiva del cittadino campano non hanno pari, soprattutto quando si tratta di affrontare la vita con un sorriso sulle labbra a dispetto di ogni cuore triste! E Pulcinella ne è un esempio! La X rimanda al PER inteso come moltiplicazione di colori, sapori e profumi che uniti e ben combinati tra loro invitano a godere la vita in ogni sua sfaccettatura. Ma invita anche ad escludere lo xenofobo, che campano non è! La Campania ed i suoi abitanti, per natura, sempre stati accoglienti ed ospitali, aperti alle diverse culture, pronti ad accogliere e proteggere lo straniero. Qui tutto s’abbraccia, l’uomo e la sua cucina, la cultura e le tradizioni; qualcuno può pensare che si perdano le tradizioni ma, tranquilli, il campano, ha radici ben profonde e ben radicate che nessuno mai potrà annullarne la dignità e la passione, l’entusiasmo e quell’energico modo di affrontare la vita che va ben oltre il “tiramm a campá”!

Non dimentichiamo la pastiera napoletana, dolce di origini antichissime a base di grano e ricotta aromatizzato con essenza di fiori d’arancio; le sfogliatelle, gli struffoli, i babà e per finire…. il caffè, preparato dai Napoletani rigorosamente con la moka. Il segreto per gustare “’na bona tazzulella e cafè” sta nell’evitare di comprimere la miscela nel filtro e nell’abbassare la fiamma non appena comincia ad uscire dalla moka, per spegnerla qualche istante prima che sia uscita del tutto. Una Regione rappresentata in qualche battuta è una regione che vuole raccontarsi e farsi conoscere, vuole trasmettere la propria cultura contro il bistrattamento continuo a cui è costantemente sottoposta. E sicuramente la recente convenzione di Faro offre spunti e stimoli per la tutela del patrimonio culturale e per la responsabilità a cui tutti gli stati membri sono chiamati, sia come Istituzioni che come cittadini. Ogni individuo, la società tutta, è chiamata a tutelare e promuovere le diverse forme del patrimonio culturale e trasmetterli alle generazioni future è uno dei compiti di ciascun cittadino. Il concetto di patrimonio culturale, in tal senso, è molto ampio; racchiude in un’unica definizione sia l’aspetto tangibile che intangibile, identificandolo come una risorsa ereditata dal passato: riflesso di valori, tradizioni e conoscenze in costante evoluzione. La novità principale di tale Convenzione è l’introduzione del concetto di comunità patrimoniale, cioè un’insieme di persone che attribuiscono un valore specifico ai diversi aspetti del patrimonio e che intendono sostenerlo e trasmetterlo alle generazioni future. L’insieme di tutte le risorse e di tutte le attività creano il Patrimonio comune d’Europa; l’insieme di tutte quelle forme, quei valori, principi e ideali che costituiscono una fonte condivisa di identità e coesione, promuovono lo sviluppo di una società pacifica e stabile, fondata sul rispetto dei diritti dell’uomo. Questo è il programma per il nostro Paese, la nostra Regione, la nostra storia. Questo l’impegno per i nostri figli.