Molti gli spettacoli in cartellone che andranno a toccare temi sociali attuali, rivisitazioni di classici, e una rassegna di concerti rock e jazz

di F.C.

Ventesimo anno di attività per la Sala Teatro Ichòs di San Giovanni a Teduccio che si appresta ad aprire la stagione 2018/2019 con un cartellone tra teatro e musica il prossimo fine settimana. Si inizia con la Confraternita del Chianti e “Genesi pentateuco #1” di Chiara Boscaro (15 e 16 novembre), per la drammaturgia e la regia di Marco Di Stefano, con Valeria Sara Costantin, musiche di Lorenzo Brufatto. Partendo dall’episodio di Babele, la compagnia racconta l’esperienza di una migrante al suo arrivo in una città “cosmopolita”, dove il non parlare la lingua comune a tutti porta all’emarginazione, dove, se non supera un esame di conoscenza della lingua ignota, la migrante potrebbe essere costretta a rinunciare al sogno di una nuova vita. Ma dove è anche possibile trovare un nuovo modo – forse più essenziale – di comunicare con gli altri. Il 17 e 18 novembre ancora in scena la Confraternita del Chianti con “Levitico pentateuco #3” di Chiara Boscaro, Marco Di Stefano, Marco Pezza, regia di Marco Di Stefano, drammaturgia di Chiara Boscaro, con Marco Pezza, voce di Francesco Boscaro, musiche di Lorenzo Brufatto. Qui il Levitico parte da un racconto di Jack London, “Il Messicano”, per narrare al pubblico una distopia non troppo fantascientifica: in un paese in cui gli immigrati sono fuorilegge, il Movimento Liberazione Immigrati porta avanti una rivoluzione contro il governo. Ma servono sempre nuove risorse per il Movimento costretto alla clandestinità, servono soldi per le famiglie degli scioperanti e servono mezzi per l’organizzazione. In questo mondo distopico si muovono diversi personaggi con poche cose in comune, tranne il passaggio nelle loro vite di un misterioso ragazzo di cui ignoriamo la storia, di cui ignoriamo l’origine. Di cui ignoriamo tutto. Dal 30 novembre al 2 dicembre la Piccola Compagnia Magnolia presenterà “Mater Dei”, drammaturgia di Massimo Sgorbani, regia Giorgia Cerruti, con Giorgia Cerruti e Fabrycja Gariglio. Libera variante sul tema del mito, la piéce ha come protagonisti una madre e un figlio collocati in un tempo e in un luogo immaginari del sud dell’Italia. A parlare è la madre, vittima molti anni prima della violenza di un dio che, attratto dalla sua bellezza, scese sulla terra sotto sembianze animalesche per possederla con la forza. Una sorta di rivisitazione del mito di Giove ed Europa dove la donna, invece che essere rapita, viene stuprata e ingravidata dal dio autoritario e passionale. Dal 7 al 9 dicembre il Teatro delle Bambole porta in scena “Psicosi delle 4 E 48” di Sarah Kane, diretto e interpretato da Andrea Cramarossa. Buio, la protagonista si muove, si contorce, crede di colloquiare con altre persone, crede di poter allontanare da sé quel morbo che nell’insoddisfazione dell’inadattabilità la sta conducendo alla fine del suo cammino che si concluderà in una notte, alle 4 e 48 in una dolce oscurità. In realtà, ancora un volta, si compie un grande dramma: il rifiuto di se stessi e della propria identità, la morte non in nome dell’amore ma per l’assenza di amore. Il Teatro delle Bambole ritorna a Sala Ichòs anche il 14 e il 15 dicembre con “Il fiore del mio Genet”, scritto e diretto da Andrea Cramarossa, con Federico Gobbi e Domenico Piscopo, in cui due attori si muovono nelle dimensioni della sacralità e del ladrocinio, della mendicità e della santificazione. Due figure iconoclastiche, ora regali uccelli conquistatori, ora marinai che raccontano, ora feroci assassini, ora venditori di corpi. Stare con Genet, significa stare dalla parte di chi non è stato ascoltato, di chi ha avuto la maledizione di un destino duro fin dalla nascita, perduto da un “passaggio” ad un altro, da un genitore ad un altro. Perduto, sì, in una eco infinita di pensieri che nessuno vuole condividere. L’anno nuovo si apre il 18 e il 19 gennaio con “Visite” di Libera Scena Ensemble, diretto da Niko Mucci, con Marcella Vitiello e Roberto Cardone e le musiche originali di Luca Toller. Con questo spettacolo, Mucci prosegue il suo percorso di riflessione sulle varie forme dell’amore e della solitudine: due soli personaggi ed un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come l’autore vuole farci intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto, chiunque può immaginare di essere chiunque. Si prosegue dal 24 al 27 gennaio con due spettacoli della Compagnia Ragli: il 24 e 25 gennaio con “L’Italia s’è desta”, piccolo (falso) mistero italiano con Dalila Cozzolino, scritto e diretto da Rosario Mastrota, e il 26 e 27 “Macbeth. Aut idola Theatri” da Macbeth di Shakespeare, della cui tragedia si racconta la superstizione. Dall’8 al 10 febbraio sarà la volta di Nuovo Teatro delle Commedie e una produzione Pilar Ternera, “Scene di Libertà”, diretto da Francesco Cortoni, con Giulia Gallone, Gloria Carovana, Giacomo Masoni, Marco Fiorentini e Saverio Ottino. La danza scenica di Jan Friedrich racconta la storia di cinque ventenni che cercano una via di fuga dal mondo che li vuole responsabili. Dal 22 al 24 febbraio si passa ad Alraune Teatro con “Salomè” di Oscar Wilde, tradotto, adattato e diretto da Luca Ligato, con Valentina Mandruzzato, Nicole Guerzoni e Mauro Bernardi. Una donna, il male incantatore, l’archetipo della femme fatale dall’algida bellezza: Salomè. Fredda ammaliatrice da una parte e creatura innocente dall’altra, vittima del desiderio di essere amata, è lo strumento del martirio di San Giovanni Battista. Salomè è una brillante storia di lussuria, avidità e vendetta. Nel corso del dramma la vediamo sgretolarsi lentamente e trasformarsi da innocente fanciulla a sanguinoso demone, pronta a perdere tutto, anche la sua stessa anima, pur di raggiungere quell’attimo, infinito e brevissimo, in cui potersi sentire amata. Il 14 e 15 marzo a salire sul palco sarà la Compagnia Il Mulino ad Arte con “Mi abbatto e sono felice” di e con Daniele Ronco, per la regia di Marco Cavicchioli. Disagio, crisi, scarsa produttività, povertà, inquinamento, surriscaldamento globale, e tanto altro. Ma come, nell’era del benessere ci sono tutti questi problemi?! La felicità dell’uomo occidentale pare essere direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma: producendo si ottiene denaro e più denaro si possiede, più si consuma e ci si sente felici. Siamo certi di questa affermazione? Molti di noi avrebbero la risposta pronta, ma a parole siamo bravi tutti. Sono i fatti quelli che contano. Il 16 e 17 marzo torna la Compagnia Mulino ad Arte con “Les Jumeaux” di Daniele Ronco, con Davide Borra, Mauro Borra, spettacolo surreale, poetico e comico allo stesso tempo. Due fisarmonicisti gemelli raccontano con la musica e tanta magia la loro straordinaria (e vera) avventura di artisti di strada in giro per il mondo, quando avevano appena diciassette anni. A chiudere il sipario della stagione sdal 22 al 24 marzo sarà la Compagnia Meridiano Zero con “Lazarus” di e con Marco Sanna e Francesca Ventriglia, un lavoro che nasce dalla volontà di raccontare uno stato di attesa, quello in cui si aspetta di essere definitivamente dimenticati. Si parte da un dato di fatto: la morte della tradizione. Seppur scomparsa, essa viene comunque continuamente chiamata in causa, in una sorta di accanimento terapeutico, impedendogli di morire davvero. Ogni volta che ci si allontana dal conosciuto, si ha immediatamente bisogno di tornare indietro, raccogliere le forze, consolarsi, per poi di nuovo allontanarsi, e così siamo legati ad un eterno elastico, che regge l’impossibile, che non riesce a spezzarsi.

Spazio anche alla musica con MusIchòs “dove finiscono le parole inizia la musica”, rassegna di concerti che vedrà protagonisti tre gruppi tra rock e jazz: sabato 29 dicembre Valerio Bruner & The Dirty Wheels con Valerio Bruner (voce, chitarre acustiche, armonica) e Andrea Russo (chitarre elettriche); venerdì 1 marzo Maresa Galli Trio e l’omaggio ai padri di melodie intramontabili del jazz; sabato 6 aprile gli Accordian (il musicista Armando Rizzo e la cantante poliedrica Dianaerika Lettieri) in una serata di swing italiano e altri più moderni ri-arrangiati in modo originale.

Sala Ichòsvia Principe di Sannicandro 32/A – San Giovanni a Teduccio (NA). Informazioni e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17).