Chi meglio di un arringatore può osannare il buon vino di Pila? Sembra essere questo l’aulico dettame al quale si è ispirata la famiglia Goretti, per intitolare l’ammiraglia delle proprie confezioni vinicole. Pluripremiato, dalla critica enologica nazionale ed internazionale, il rosso “Arringatore” rappresenta il fiore all’occhiello della produzione vinicola dell’azienda agraria Goretti di Pila, che ha voluto onorare così la storia di questa statua in bronzo, rinvenuta nella campagna di Pila nell’agosto 1566, da un contadino intento a lavorare il suo terreno. Tale Costanzo da Pila, pensò di farla a pezzi per poi venderne il bronzo, ma confidandosi con l’orafo perugino Giulio Danti, questi la comperò per 60 scudi. La statua alta 1.80 mt, dalla posa naturale e maestosa, finì poi nelle mani del frate domenicano fra Ignazio, per essere infine donata al gran duca di Firenze. Ma durante il trasporto, la lettiga trainata da due cavalli, fu fermata nottetempo dai gabellieri di Passignano, che arrestarono il contadino e trattennero il Danti nel palazzo del magistrato, rilasciato solo dopo “La sicurtà di 100 scudi”! Attualmente la statua è conservata presso l’undicesima sala del Museo Etrusco di Firenze. Incerta è l’identificazione del personaggio storico che la statua raffigura, sono state avanzate numerose ipotesi, più o meno attendibili, secondo alcuni si tratta di Scipione l’Africano, secondo altri di un lucumone etrusco, ma la tesi oggi più accreditata è che la statua rappresenti Aulo Metello, ovvero l’Arringatore, se meglio piace così chiamarlo. Anche per quanto riguarda l’attribuzione sono state proposte varie ipotesi, secondo gli studiosi l’ipotesi più probabile è quella proposta dal Ciatti, il quale, sulla base di un’indicazione trovata in Plinio, identifica l’autore del bronzo in Cefisiodoro, che esiliato da Atene, venne in Italia nell’anno 370 a.C. La statua dell’Arringatore incarna stilisticamente e simbolicamente la fine dell’arte etrusca e il suo trapasso in quella romana. Forte di questa tradizione e della riscoperta della viticoltura etrusca l’”Agricola Goretti” ha ricavato dalle uve Sangiovese, Merlot e Ciliegiolo, coltivate in tale zona di Pila, un vino a cui ha voluto dare il nome di questo noto personaggio.
la tesi oggi più accreditata è che la statua rappresenti Aulo Metello, ovvero l’Arringatore.