Quando si parla di Romolo e Remo è noto a tutti che si sta parlando dei due fratelli gemelli, mitici fondatori di Roma; Romolo uccise Remo e divenne il primo re di Roma. Forse non tutti sanno, però, che anche Perugia ebbe i suoi fondatori mitici, anche loro fratelli ed eroi etruschi, Ocno (o Aucno) e Auleste
La nascita di Roma si fa risalire all’VIII sec. a.C., quella di Perugia è collocabile intorno al VI sec. a.C. Si tratta di miti di fondazione inventati a posteriori e creati per dare un’origine sacra alla città. Romolo ed Auleste rappresentavano la città all’interno delle mura, Remo ed Ocno erano simbolo del territorio, al di fuori delle mura, indispensabile per il sostentamento degli abitanti. In entrambi i casi uno dei due fratelli scompare, chiaro segnale del potere che andavano assumendo le città fortificate in quell’epoca a discapito di un sistema insediativo sparso sul territorio. Perugia nasce come città etrusca intorno al VI sec. a.C. e, come si può desumere dai dati archeologici, si è trattato della supremazia delle classi aristocratiche latifondiste su una realtà territoriale dell’epoca composta da piccoli insediamenti. Un vero e proprio assetto urbano Perugia lo assumerà solo nel IV sec. a.C. quando verrà dotata di mura e porte. Si è parlato della fondazione della città perché ora è finalmente possibile fare un viaggio indietro nel tempo, quasi fino all’origine della città, andando a visitare gli scavi sotto la cattedrale di S. Lorenzo, aperti al pubblico da febbraio di quest’anno. Questo nuovo percorso archeologico è qualcosa di eccezionale per Perugia, dato che la città attuale ricalca in tutto e per tutto quella antica e quindi, nei secoli, le varie fasi di crescita e di espansione dell’abitato hanno cancellato quasi tutto ciò che vi era di precedente.
Il percorso L’itinerario che si presenta ai visitatori è estremamente suggestivo. L’area del percorso archeologico prima era un grande interro il quale è stato rimosso durante i lavori di scavo. La cosa che colpisce di più, una volta entrati, è il grande muro etrusco che serviva da contenimento per il terrazzamento dove tutt’ora sorge la cattedrale. All’interno della terrazza è possibile vedere anche le grosse spine con funzione statica, che dovevano contrastare la spinta operata dall’enorme interro e contribuire a sostenere gli edifici soprastanti. Questo possente terrazzamento è stato realizzato nel II sec. a.C., nella fase di monumentalizzazione della città: sulla terrazza vi era un’area sacra, un tempio, dedicato ad Uni la divinità etrusca che sta per Giunone. Di quest’area sono visibili le fondamenta. Anche prima della creazione del grande muro di contenimento l’area della cattedrale ha avuto una continuità di utilizzo come area sacra: lo sappiamo dai reperti che sono stati ritrovati durante lo scavo, databili dal VI sec. a.C. in poi fino al I sec. a.C. Sono stati ritrovati anche dei frustuli di muro databili al VI sec. a.C. Negli ultimi anni di scavo (tra il 2007 e il 2009) è venuto alla luce un bel tratto di strada basolata di epoca romana (rifacimento augusteo di una strada etrusca) che è la continuazione di quella che era già stata trovata negli anni ’80 sotto piazza Cavallotti e che passa sotto il muro di terrazzamento. A fianco di questa strada, verso il duomo, è stata ritrovata una casa (domus) di metà I sec. a.C. di cui sono visibili un pezzo di pavimento in coccio pesto e l’impluvium che era collocato nell’atrio. La guerra tra Perugia ed Augusto (vinta da Augusto, il bellum perusinum, 41-40 a.C.) segna una cesura non solo per la politica della città, Perugia è definitivamente sottomessa, ma anche per l’architettura; il grande incendio che si sviluppò distrusse molti edifici, tra cui la domus di cui si parlava prima e sono tutt’ora visibili gli strati di cenere legati all’incendio. Queste sono solo alcune delle scoperte venute alla luce durante gli scavi, per il resto si rimanda alla pubblicazione ufficiale della soprintendenza che si spera che veda la luce al più presto. Sulla suggestione di queste scoperte c’è anche chi ha fatto ipotesi fantastiche e prive di ogni fondamento scientifico, senza portare nessuna prova delle proprie ipotesi. Questo va bene per un romanzo di fantasia, non per chi ha a cuore la storia, specialmente quella della propria città.