di Francesca Cecchini

Il 20 giugno apre le porte ai bimbi e non solo, e li catapulta in un’atmosfera da sogno fatta di ricordi e profumi d’altri tempi

“Questa raccolta è tutto frutto della mia grande passione. Ho fondato diverse sedi museali nel territorio prima di questa di San Marco. Precedentemente, ad esempio, tra gli altri, anche a Ramazzano e nel centro storico di Perugia, senza dimenticare i 26 metri in Piazza del Circo che è stato poi il seme di quello che abbiamo costruito oggi, di questa che pare essere finalmente una sede definitiva e, soprattutto, stabile”. A parlare è Luciano Zeetti che ci ha guidato, insieme alla figlia Giulia, in una piccola visita privata al Museo del Gioco e del Giocattolo di San Marco che aprirà le porte al pubblico il prossimo 20 giugno con un’inaugurazione ufficiale. Nello spazio di 300 metri quadrati, la vita spesa con amore, passione e molta pazienza, da quest’uomo che ne ha curato ogni piccolo particolare proprio come un padre cura quelli della vita del proprio figlio. Una dedizione, questa della famiglia Zeetti, che permetterà ai bimbi di scoprire un mondo a loro sconosciuto, fatto di valori, fatica e ideali: un mondo del gioco che, ai tempi odierni, è ormai sconosciuto, considerando il benessere che ci porta ad avere molto ma ad apprezzare poco. Si parte da piccoli monili che rappresentano l’evoluzione dell’uomo primitivo fino ad arrivare ad una splendida e nutrita collezione di scritti su Pinocchio, passando, tra gli altri, per le bambole di porcellana e dal boom della Barbie per descrivere di pari passi un consumismo ed una modernità che hanno preso piede e che, purtroppo o per fortuna, a seconda dei valori che si vogliono tener presenti durante la crescita di un bambino, portano a non avere più la concezione del “poter avere” e (perché no?) del “doversi guadagnare”. Persi dietro ad un computer, un cellulare, un video game o quant’altro, infatti, i bimbi oggi non capiscono il valore effettivo che quell’unico gioco poteva avere per un ragazzino di 5-6 anni negli anni Cinquanta, ad esempio, quando la Vigilia di Natale si accucciava sotto l’abete decorato (là dove la famiglia se lo poteva permettere economicamente) a sperare che quell’unica occasione di ricevere un regalo, portasse un bel trenino di legno o una bella bambola di stoffa: il “ben-essere” è qualcosa di cui sicuramente dobbiamo essere grati ma che ci ha tolto, a nostro parere, la percezione del desiderio, dell’ottenere e soprattutto del tener caro quel gioco che rappresentava la conquista più grande. Accarezzare con gli occhi gli oggetti di questo museo provoca una sensazione stranamente piacevole, fa tornare indietro a tempi forse non vissuti da tutti personalmente, ma magari conosciuti indirettamente nei ricordi di un genitore o di un nonno e vedere questi colori “sbiaditi” (non per non cura ma perché d’altra epoca e dunque di minor impatto cromatico) fa immergere in un’atmosfera da sogno da cui dispiace un po’ uscire al termine della visita. I bambini (più fortunati di noi), alunni della scuola elementare “Don Milani”, che erano presenti sono stati coinvolti in interazioni ludico-didattiche con alcuni di questi giochi. Occhi sgranati e bocche spalancate dallo stupore ci hanno dimostrato che le persone che lavorano in questo spazio credono molto in quello che fanno e, proprio per questo, non solo riescono a coinvolgere nei migliore dei modi il loro “piccolo pubblico”, ma sono in grado, grazie alla passione che li muove, di far passare il messaggio del valore sopito che questi giocattoli recano in dono alle nuove generazioni. Un messaggio che a noi è rimasto nel cuore o forse che c’è sempre stato e che, all’odore di tradizione che permea il museo, è riuscito a tornar a far capolino.

Il Museo è attivo da circa trenta anni nel territorio umbro, seppur ha cambiato sede più volte prima di arrivare a San Marco, ed è sempre stato, ed è tuttora, gestito e diretto dall’Associazione Culturale Museo del Giocattolo nelle persone di Luciano e Giulia Zeetti coadiuvati da alcuni collaboratori. La riapertura del “Museo del Gioco e del Giocattolo” a San Marco (inaugurazione 20 giugno 2015) rientra in una delle azioni del progetto “Territori Familiari”, progetto regionale promosso dalla cooperativa “Papaveri Rossi”, cui Arci Perugia è soggetto partner. E’ di Arci Perugia la realizzazione dei lavori di adeguamento della struttura del museo che è così divenuto uno spazio aperto alle scuole, le famiglie e i bambini. La mattina il servizio sarà infatti riservato alle scuole mentre durante alcuni pomeriggi a settimana verranno promosse attività ludico-didattiche aperte al pubblico. (Il progetto cofinanziato dal Programma Attuativo Regionale PAR FSC Umbria 2007/2013 e l.3.1.per il finanziamento di Interventi volti alla realizzazione di servizi di prossimità per le famiglie – Regione Umbria)
(foto di F.C. e Marco Zuccaccia)