di Francesca Cecchini
“Madonne, Cavalieri et lo populo tutto. Dalla Civitade, et dallo Contado, advenite, allo terzo jorno de maggio, pè lo levar dello sole alle riti, et alli giochi, in honore dello Sancto Petrone Juvenale.
In leale tenzone scendano, nello campo delli giochi, li habil Cavalieri di Mezule, Fraporta, Sancta Maria per la conquista dello ambito Palio simbolo de forza et de maestria, nello modo che, lo Terziere tucto dello vincitore, ne vanti gloria per l’anno intero.
Che lo populo tucto esponga, dalle legge et dalle finestre, li simboli et li stendardi delli Terzieri et che millanta fochi enalluminino le notte, che et li monti et lo piano dello intorno della nostra Civitade vedano splendere novamente la superba Narnia”.
Vicoli silenziosi, luci spente, saracinesche appena socchiuse, brusii e polvere sollevata dai passi dei mattinieri che passeggiano sui ciottoli della piazza principale: questo ciò che rimane l’indomani della Corsa all’Anello di Narni. Un sapore di amarezza per tutti coloro che hanno partecipato a questa suggestiva “festa” che, ogni anno, invade le strade del borgo medioevale dall’ultimo fine settimana di aprile al secondo di maggio. Un insieme di colori, profumi e grande pathos che si respira lungo ogni via e non potrebbe essere altrimenti perché, a dare vita al tuffo indietro nel tempo (rigorosamente 1371), sono tutti i narnesi, ognuno specchio del colore del proprio terziere (bianconero per Mezule, rossoblu per Fraporta e arancio viola per Santa Maria) ma sempre uniti affinché la manifestazione cresca sempre più. Una manifestazione che già, a 364 giorni di distanza, è attesa con grande passione e per cui si lavora nelle sartorie e nei comitati organizzativi con devozione ininterrottamente anche durante i mesi invernali.
Ospiti Sono sempre più anche gli ospiti che arrivano nel comune umbro per ammirare questo spettacolo sentito o, come nel caso di Sara Zanier, la “Margherita” della serie Don Matteo, per farne in qualche modo parte. Sabato, durante il corteo notturno, l’attrice ha infatti sfilato recando in mano l’Anello d’argento in palio la domenica successiva al campo de li giochi di San Girolamo.
Corsa all’Anello 2016 Nonostante il maltempo lo stadio domenica era gremito come non mai. Tre le tornate per i Cavalieri dei Terzieri che si sono sfidati all’ultimo anello che è stato vinto, tra riti scaramantici dei “popolani” ed energia mista a grande abilità dei fantini, dal cosiddetto “terziere principe”. Fraporta conquista così il suo nono “anulo argenteo” con il punteggio finale di 190 su 18 di Santa Maria e 160 di Mezule.
La storia La Corsa all’Anello, che veniva disputata già nell’anno 1371, torna nella sua versione moderna nel 1969. Nel Medioevo i Cavalieri si sfidavano lungo la Platea Major (attuale Piazza dei Priori) ed ognuno di loro, munito di lancia, aveva il compito di infilare un anello (del valore si 100 Soldi Cortonesi) sospeso in aria e trattenuto da due fili. Ad oggi scendono in campo (allo Stadio San Girolamo) nove cavalieri che gareggiano lungo un circuito ellissoidale. Ogni tornata, due per volta, tre colori si sfidano sul tracciato, coprendo ognuno un giro e mezzo del campo. Due i congegni laterali che sorreggono gli anelli. La prima coppia è stabile, i mentre la terza è governata da un sistema a tempo: il primo infilato provoca l’immediata caduta (e, dunque, la quasi impossibilità di esser infilato) del secondo.