di Marco Morello
Il Parco del Monte Subasio è la miniera d’oro degli escursionisti, tra sentieri, orridi, forre, ponti antichi e splendidi paesini nel verde
La città di Assisi è considerata la più famosa dell’Umbria. Turisti da tutto il mondo vengono a visitarla e tornano a casa felici di aver vissuto un’esperienza stupenda. Assisi in effetti è un capolavoro.
Ma quanti di loro – e quanti umbri – dopo aver visitato la città di San Francesco si sono avventurati oltre? Assisi è un faro in grado di attirare l’attenzione da lontano, con il suo candore che cattura la vista a chilometri di distanza. Ed è un diamante incastonato nel meraviglioso diadema del Parco del Monte Subasio. Sdraiata alle pendici del monte, Assisi è un prezioso portale di ingresso verso un mondo tutto da scoprire.
Uscendo in auto dalla città e attraversando il cassero della Rocca Minore, ci si trova catapultati nella bellezza brutale di vallate mozzafiato, con le colline che si accavallano e la vegetazione che scoppia di verde a ogni insenatura. Siamo nel Parco Regionale del Monte Subasio, un comprensorio enorme in grado di dare soddisfazione a ogni passione: dal trekking leggero su sentieri ben segnati al torrentismo, nella grande distesa del parco si può camminare o andare in bici per ore senza incontrare una casa, assistendo a ogni tornante a un nuovo spettacolo gratuitamente offerto dalla natura rigogliosa del cuore verde d’Italia.
Sulle mappe tutto sembra chiaro. Ma quando ci si trova sul terreno, ad altezza d’uomo, si può perdere la visione d’insieme. Quello che però a me sembra semplicemente “del verde”, per Bibo, appassionata guida in queste esplorazioni umbre, ogni segno sulla carta ha una chiara rispondenza nel paesaggio che ci circonda. Siamo alla ricerca di un ponte medievale e di un paesino quasi completamente abbandonato, Armenzano, che il censimento 2001 registrava essere abitato solo da 40 persone.
Camminiamo scendendo lungo un sentiero che costeggia e interseca un piccolo ruscello, attraversiamo un grande prato in salita e raggiungiamo il tratto finale del sentiero n. 51, famoso per essere stato percorso da San Francesco alla fine della sua vita, un cammino che, seguito fino in fondo, collega Assisi a Nocera Umbra, dove il santo andava a curare il suo mal di stomaco con le acque termali. Siamo diretti al Ponte Marchetto, un tempo chiamato anche Ponte dei Lupi, che consente di attraversare la suggestiva gola del Fosso del Marchetto (già Fossa Luparia), un vero e proprio canyon scavato nella roccia. Il ponte è costruito con blocchi di pietra a secco e nel medioevo era l’unico passaggio per i contadini che volessero scendere a valle. Il ponte, oggi ricoperto di cemento a causa di una recente incauta ristrutturazione, si è conservato per secoli intatto e in perfetta sintonia con l’ambiente naturale che lo circonda.
In questo punto il sentiero 51 Assisi-Nocera Umbra incrocia il sentiero 62, che con un dislivello di oltre 300 metri e un’ora di cammino ci condurrà ad Armenzano. Lungo il sentiero incontriamo anche il Ponte Cavaliero, oggi pericolante, che sovrasta il salto d’acqua del Fosso Caviato in una gola tra le più suggestive di tutto il parco del Subasio.
Il sentiero si fa più ripido e si scosta dal torrente sottostante. Dopo un po’ di tornanti, alzando la testa, possiamo scorgere tra la vegetazione le mura circolari di Armenzano. Il sentiero è attraversato da un torrente che in primavera si guada senza difficoltà e sbuca sulla strada asfaltata ai piedi del paese. Stradine, scalinate, case di pietra, molti gatti, pulizia… Armenzano è una bomboniera perfettamente conservata e quasi completamente deserta. La abitano meno di 50 persone e si sviluppa intorno al palazzo che nel medioevo costituiva l’abitazione del signorotto del luogo, attorno al quale, data la forma della collina su cui sorge il paese, le case sono state costruite in due file di cerchi concentrici. Lo stato di conservazione della struttura e l’atmosfera medievale sono talmente perfette che ogni anno ad Armenzano, nel periodo natalizio, si tiene un famoso presepe vivente, dove oltre alle mura rivivono anche i costumi e i mestieri del medioevo umbro.
Per anni, inoltre, Armenzano è stato sede di un osservatorio astronomico grazie alla quasi totale assenza di inquinamento luminoso. A pochi minuti da Assisi, grazie a Bibo (il nostro instancabile Fabrizio Baldoni), abbiamo scoperto un altro pezzetto di un’Umbria selvaggiamente bella di giorno, romantica di notte, all’interno di un parco naturale tutto da esplorare.