Da Roma due grandi iniziative, esempi di efficienza abbinata al risparmio da diffondere ed esportare
Da un’idea semplice, quanto geniale, si apre un nuovo fronte alla guerra contro i tumori più diffusi nelle donne. Come si sa, la mancata prevenzione è una delle cause più frequenti che aumentano le malattie e a dissuadere molte donne dal sottoporsi ad opportuni controlli, spesso sono le interminabili liste di attesa, i costi degli esami ed i giorni impiegati per sottoporsi alle varie visite.
Per abbattere le liste d’attesa ed offrire una campagna di prevenzione dedicata alle donne che lavorano, hanno famiglia e figli piccoli, il Policlinico Umberto I, ha promosso il “Pass rosa”, un approfondito check up da effettuare con il pagamento di un solo ticket (50 euro e 15 centesimi). Così ogni donna tra i 25 ed i 55 anni potrà sottoporsi, in un solo pomeriggio, a tre visite specialistiche (endocrinologica, senologica e angiologica), ad un’ecografia mammaria, successivamente ad una seconda parte di esami, mediante ecocolordoppler alla tiroide, all’aorta addominale, agli arti inferiori e ai vasi epiartici, inoltre, non è necessaria la prescrizione del medico di famiglia.
Il progetto, partito nel 2011, grazie alla volontà del Prof. Adriano Redler (Professore ordinario di Chirurgia Generale, pro Rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma, Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria e direttore del Dipartimento assistenziale integrato di chirurgia generale), ha avuto grande successo ed ha un ritmo di circa 8 persone esaminate al giorno. Oltre 1100 hanno fatto il “Pass rosa” solo nel 2013 e nell’1% dei casi sono stati individuati ed asportati tumori al seno e alla tiroide.
Oltre al “Pass rosa”, Redler promuove un’altra iniziativa, quella della “Week Surgery” che sta diventando un esempio da imitare nelle altre strutture nazionali al fine di ottimizzare le risorse e risparmiare tempo e denaro, riducendo i giorni di degenza del paziente lasciando alta la qualità del servizio di assistenza.
Adriano Redler, recentemente anche in Umbria, propone tra i suoi tanti progetti un programma di sensibilizzazione alla prevenzione nel contesto di un modello di Italia che funziona e si pone realmente al servizio del cittadino. Un era di profonda crisi economica dove a venire sacrificati sono spesso i diritti alla salute, propone soluzioni che possono essere, ancora una volta, di esempio per il resto d’Europa
