Napoli stupisce anche nel sottosuolo. La città poggia infatti le sue fondamenta su un’antichissima rete di strade sotterranee. Un gomitolo di cunicoli costruiti in epoca romana si fanno strada nelle cave scavate precedentemente dai Greci, intorno al III secolo a.C., per ricavare il tufo necessario ad erigere le mura della loro Neapolis
di Daniele Pandolfi
Quando si visita Napoli non si può rimanere indifferenti. Che si tratti di fare ore di fila per una gustosa pizza o che si desideri ammirare le innumerevoli opere d’arte che incorniciano la città, è facile scorgere in lei un’anima travolgente. Sono tante le facce di Napoli che tutti già conoscono, a partire dalla grande e gloriosa squadra di calcio al vulcano ancora attivo adagiato su uno splendido golfo, passando per San Gregorio Armeno, dove tra santi e pastorelli spiccano personaggi più o meno noti della storia mondiale. Ma toccare con mano il cuore della città significa lasciarsi trasportare da ciò che la rende unica al mondo. La musica improvvisata nei vicoli in attesa di pasta e fagioli, il caos che attanaglia le vie del centro, i forti contrasti che lasciano la terra partenopea in bilico tra antico e moderno, tra sacro e profano. Come se questa grandezza visibile in superficie non bastasse, Napoli stupisce anche nel sottosuolo. La città poggia infatti le sue fondamenta su un’antichissima rete di strade sotterranee. Un gomitolo di cunicoli costruiti in epoca romana si fanno strada nelle cave scavate precedentemente dai Greci, intorno al III secolo a.C., per ricavare il tufo necessario ad erigere le mura della loro Neapolis. Un amalgama di epoche che trasuda da ogni centimetro quadrato. Il percorso di Napoli Sotterranea permettere ai visitatori di percepire il fermento della vita passata nel sottosuolo quasi come quello del mondo soprastante. Da antichi manufatti risalenti ai tempi dei primi uomini fino alle bombe inesplose della Seconda Guerra Mondiale, fatte calare attraverso gli unici pertugi a contatto con l’esterno, nel vacuo tentativo di annientare chi vi si rifugiava. Attraversare cunicoli “larghi” pochi centimetri con l’unica luce di un lumino, per poi giungere nelle suggestive cisterne contenenti acque cristalline, è davvero un’esperienza da non perdere. Canali, vie e acquedotti che raccontano la forza di una città che ha superato ere geologiche e sventato attacchi di ogni genere. Uno strato sopra l’altro che ha sempre saputo innovarsi e rinnovarsi senza dimenticare da dove ha avuto origine. Siamo italiani talvolta fieri, altre volte meno, ma nel nostro DNA multiepocale manteniamo i geni di antichi popoli grazie ai quali adesso di essi possiamo cantar le lodi.