L’archivio dell’Abbazia di Sassovivo riporta notizie sul piccolo borgo medievale di Rasiglia fin dal tredicesimo secolo dopo Cristo e già dal dodicesimo sono documentati atti ufficiali e acquisizioni che riguardano il paesino. Situato a meno di 20 Km da Foligno, Rasiglia fu un centro di importanza strategica rilevante grazie alla vicinanza con la Via della Spina, una strada di collegamento tra l’Adriatico e il Tirreno e in particolar modo tra Roma e le Marche. Nel ‘400 la nobile famiglia dei Trinci fece costruire qui un castello, di cui oggi restano solo le rovine, baluardo di protezione sulla Valle del Menotre a guardia del territorio folignate
di Marco Morello
Rasiglia deve la sua fama e il suo fascino all’intricata rete di canali che attraversano come vene d’acqua l’intero paese. Alle spalle dell’abitato, dalla costa rocciosa della montagna, sotto il folto dei boschi, sgorga la sorgente Capovena che, insieme alle altre sorgenti della zona, alimenta i canali che attraversano il paese. Lo spettacolo è straordinario: piccole strettoie, cascatelle, condotti che si incuneano sotto le case per uscire dalla parte opposta, costeggiare i muri e allargarsi in grandi invasi che ospitano ettolitri d’acqua gelida e trasparente.
L’acqua venne imbrigliata nei canali fin dal medioevo, per alimentare il movimento rotatorio delle pale che davano vita ad attività artigianali e poi industriali come quelle dei molini, dei lanifici, delle gualchiere, delle tintorie e più avanti di ben tre centrali idroelettriche. Nel medioevo sotto il controllo dell’Abbazia di Sassovivo e nei secoli successivi grazie all’intraprendenza delle famiglie locali, il paese prosperò fino ai primi del novecento, quando il comprensorio di Rasiglia ospitava circa 450 abitanti e alcune centinaia di lavoratori.

Nel corso della sua storia questo piccolo paese a forma di anfiteatro ha visto sorgere e prosperare famiglie e aziende in alcuni casi attive ancora oggi sul territorio umbro, anche se hanno spostato altrove le loro attività. Rasiglia ha avuto 4 o 5 molini, 3 lanifici e 3 centrali idroelettriche. Oggi è una meta obbligatoria per gli appassionati di archeologia industriale.
In inverno il paese è attualmente abitato da circa 25 persone che diventano oltre 200 nel periodo estivo.
Molte delle antiche strutture lavorative sono state infatti trasformate in case che oggi ospitano i pochi turisti così fortunati da aver scoperto la magia di questo piccolo borgo sulla statale 319. Anche se molto facile da raggiungere, Rasiglia è un luogo rimasto a margine dei grandi giri turistici e a causa di questa sua timida presenza nelle proposte dei tour operator resta forse uno dei borghi più stupefacenti di tutta l’Umbria.
Gli abitanti del luogo e gli appassionati di questo borgo hanno costituito un’associazione che si dedica da un lato alla promozione turistica e dall’altro al recupero dei tesori del luogo.

A Rasiglia si tengono due eventi che, nel corso dell’anno, creano sempre nuovi fans del paese delle sorgenti.
Uno si svolge a giugno e mette in risalto l’importanza per Rasiglia dei filati con una mostra-mercato che in ogni angolo del paese sfoggia manufatti che ricordano la storia dei lanifici locali. Il nome della manifestazione è “Penelope a Rasiglia” e intorno al tema dei filati e della lana raccoglie spunti per raccontare le vicende del luogo con conferenze, incontri letterari e rappresentazioni teatrali.
L’altro evento è un presepe vivente che si tiene il 26 dicembre e il 6 gennaio. Nelle stanze dei vecchi molini e per le strade del piccolo borgo si dà vita a una suggestiva e originale rappresentazione della Natività, ricostruita in modo da creare un ponte ideale tra gli eventi di duemila anni fa e la Rasiglia dei primi del ‘900, periodo di massimo splendore del paese.
Il telaio a schede perforate

In un microscopico borgo medievale che agli inizi del ‘900 aveva già tre centrali idroelettriche non stupisce scoprire che l’innovazione fosse cosa quotidiana. La costruzione più pericolante del paese, a rischio di distruzione per un cedimento del tetto, è quella che ospita anche una delle più grandi attrazioni del luogo, ovvero un colossale telaio a schede perforate. Nella parte superiore della costruzione trova posto un grandissimo orditoio meccanico di fine ‘800, installato a Rasiglia ai primi del ‘900 in concomitanza con l’attivazione della centrale idroelettrica. L’orditoio era pilotato da una lunga striscia di schede perforate che era in grado di far procedere la lavorazione dei ricami e della trama della tela in modo automatizzato. Al piano inferiore sono collocate la gualchiera e la tintoria dove i filati venivano trattati. Il macchinario testimonia come anche in un piccolo borgo come Rasiglia, l’intelligenza e la curiosità di imprenditori operosi e innovatori potesse portare nel cuore dell’Umbria una tecnica di tessitura all’avanguardia.
Informazioni sulla località e sulle manifestazioni:
Sito: www.rasigliaelesuesorgenti.com
E-mail: rasiglia@yahoo.it
Telefono: 0742632700