Diabolici per l’accusa, innocenti per i giudici. Resta la tragedia di Meredith, arrivata a Perugia per studiare con il progetto Erasmus e uccisa brutalmente nella camera dove dormiva da poche settimane. La vicenda di Amanda e Raffaele ricostruita attraverso le cinque sentenze.
Meredith Kercher è stata uccisa la notte dell’1 novembre 2007. Otto anni per un mistero che appare risolto solo in parte. C’è un ragazzo, Rudy Guede, che sta scontando in carcere la condanna definitiva per quel delitto. La Corte di Cassazione lo ha ritenuto, in via definitva, colpevole di omicidio e violenza sessuale. In concorso, però, con almeno due persone. Che non sono – lo dice un’altra sentenza definitiva – Amanda Knox e Raffaele Sollecito. E’ stato l’ivoriano da solo oppure ci sono dei potenziali complici ancora non individuati?
Le carte dei processi, durati otto anni, non lo dicono. Dicono, invece, che un colpevole è stato individuato e che due sospetti, allo stato degli atti, sono stati in carcere, a questo punto ingiustamente, e per otto anni hanno convissuto con l’ombra di essere degli assassini. Raffaele Sollecito e Amanda Knox hanno scritto, urlato, ripetuto allo sfinimento la loro innocenza. I giudici della V sezione della Cassazione, a giugno, ha ritenuto che non potessero essere ritenuti responsabili del delitto al di là di ogni ragionevole dubbio. Una pietra sopra la storia giudiziaria sui fidanzati (all’epoca) di Perugia. Diabolici per l’accusa, innocenti per i giudici. Resta la tragedia di Meredith, arrivata a Perugia per studiare con il progetto Erasmus e uccisa brutalmente nella camera dove dormiva da poche settimane. Resta il dolore di una famiglia che forse non ha avuto le risposte che aspettava per trovare un minimo, parziale sollievo al proprio strazio.
La vicenda di Amanda e Raffaele è ricostruita, attraverso le cinque sentenze di altrettante Corti, nel libro “Reperto 36. Anatomia giudiziaria del delitto di Meredith Kercher” di Alvaro e Luca Fiorucci per Morlacchi editore. Il libro, recentemente uscito in libreria, offre al lettore una ricostruzione oggettiva, “sulle carte”, di quanto avvenuto in otto anni di udienze, mettendo in evidenza i punti cruciali che hanno portato giudici di gradi o di tribunali diversi a conclusioni diametralmente opposte. E’ un racconto di cronaca giudiziaria, in completo stile giornalistico, che fornisce a chi legge gli strumenti per una libera valutazione: tracce biologiche, impronte, testimonianze e i ruolo che, tra condanne e assoluzioni, questi elementi hanno avuto per i giudici.