di Ramona Premoto
Il neo-presidente VIP Yuri Lanari: “Un sorriso in corsia può aiutare. Vi presento i clown di Perugia”
C’era una volta e c’è ancora, in un paese in verità non troppo lontano, un clown di nome Barabaste. Naso rosso e un gran sorriso, Barabaste però non è un clown come tutti gli altri. Armato di palloncini e camice colorato si aggira insieme ai suoi amici per le corsie degli ospedali strappando, a colpi di fantasia, tanti bei sorrisi a bimbi e anziani ricoverati. Questa non è una fiaba, ma è la meravigliosa realtà dei clown di corsia, e se avrete voglia di ascoltarla fino alla fine non mancheranno di certo le risate, la magia e tanti giochi di fiducia. Ma raccontiamola proprio tutta questa storia. Dietro al naso rosso di Barabaste c’è Yuri Lanari, eletto lo scorso 29 settembre presidente di ‘Viviamo In Positivo Perugia’, una piccola fetta umbra di ciò che è VIP Italia ONLUS, la federazione che coordina tutte le attività nazionali ed internazionali dei clown. Ad oggi si contano circa 3mila volontari appartenenti alle 52 associazioni federate che ogni settimana prestano gratuitamente servizio in 140 strutture socio-sanitarie sparse sul territorio. Insomma un vero e proprio esercito di nasi rossi capace di colorare le vite di chi soffre. Ed è ciò che Barabaste fa ogni settimana da sette anni a questa parte. “Il mio naso rosso è l’elmo, il camice colorato lo scudo – spiega Yuri Lanari – una volta indossati so che il mio travestimento può abbattere i muri più grandi e condurre i piccoli e grandi pazienti in una dimensione divertente e creativa. Ma noi clown sappiamo benissimo che aprire le porte degli ospedali o delle case di riposo significa farsi spazio nell’intimità della gente. Allora bussiamo, chiediamo permesso ed entriamo con delicatezza e umiltà nelle vite di queste persone cercando di farli reagire alla malattia e alla solitudine con un sorriso”. E con lo stesso sentimento e la stessa attenzione di Barabaste tutti i volontari di Vip Perugia prestano il loro servizio presso il Reparto di Pediatria e di Oncoematologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliera ‘S. Maria della Misericordia’ di Perugia, presso il Residence Chianelli, la Casa di riposo Fontenuovo e l’RSA Seppilli, Casa Emmaus e Santa Margherita. Il tutto con grande entusiasmo e fiducia reciproca, come una grande famiglia. Perchè, come dice Patch Adams, guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione.
“Guarire non è solo prescrivere medicine, ma lavorare insieme”
Ed è proprio grazie al film dedicato a questo straordinario medico che Yuri scopre di avere un Barabaste nascosto dentro di sè: “Successe circa sette anni fa – racconta il presidente di Vip Perugia -. Sembra banale ma quel film mi ha toccato nel profondo, è come se avesse fatto scattare in me un meccanismo inconscio che neanche io sapevo di covare dentro. Ricordo ancora il momento in cui Robin Williams entra nel reparto di oncologia, e oggi mi rivedo. E rivedo tutti i miei colleghi. Nelle stanze di ospedale la scena è quasi sempre la stessa. Sul letto c’è il piccolo paziente pronto a interagire e a giocare con te. Accanto a lui la mamma o il papà con uno sguardo che non saprei descrivere. Ancora oggi, a distanza di tempo, gli occhi tristi dei genitori sono qualcosa che non riesco ad affrontare. Sì perchè i bambini si rendono perfettamente conto di ciò che gli sta succedendo, sono dei piccoli dottori. E se in pediatria quando vedono un camice, anche se colorato come il nostro, forse possono avere ancora un po’ di paura, questo non succede in oncologia. Lì dentro li rigirano davvero come dei calzini, ma anche di ritorno dalla chemioterapia riescono a regalarti un sorriso. Sono fantastici”. Ma l’ingresso in Vip di Yuri Lanari non arriva subito dopo il film. “Ci sono dovuto andare a sbattere dritto con il naso, che da quel momento in poi è diventato rosso” – continua – . Ero a lavoro, facevo il grafico presso un quotidiano locale. Ricordo che quel giorno c’era un giornale su una scrivania aperto proprio sull’articolo che parlava del corso per aspiranti clown. Ritagliai quel pezzetto di carta e dopo poche ore mi decisi a incontrare Vip Perugia. E adesso è buffo, sette anni dopo mi ritrovo io dall’altra parte”. Ma se il lavoro dei clown di corsia davanti è tutto schiamazzi e bolle di sapone, nel dietro le quinte invece c’è una macchina frenetica chiamata ‘direttivo’ dove le responsabilità devono incastrarsi bene con i conti e l’efficienza. “Ringrazio i miei amici per la fiducia riposta in me, non immaginavo, ma come presidente vi assicuro che c’è da lavorare davvero sodo! Anche se accanto a me ho il prezioso contributo del cassiere Nocciolino, della segretaria Fumina, di Febe il consigliere e del vicepresidente Sgniappo”.
“La creatività dei bambini è immensa, stimoliamola”
Ma come si diventa clown di corsia? Intanto occorre trovarsi un nome e nessun volontario in Italia può avere lo stesso: “Perchè Barabaste? E’ una parola legata alla mia infanzia – spiega Lanari – Ricordo che il mio papà quando ritornavo da scuola mi aspettava in cima alle scale, batteva le mani e diceva “Barabaste!”. Mi faceva prendere sempre una grossa paura ma poi ridevamo di gusto insieme. Non potevo non scegliere questo nome”. Poi la gavetta inizia subito. “Si comincia con un corso che dura tre giorni – continua Yuri -. Io ricordo di essere stato seguito da due formatori in gambissima. Durante questo incontro arrivi a toccare un livello di introspezione e di conoscenza interiore pauroso, consiglierei a tutti di farlo! Senti che cominciano ad aprirsi dentro di te tanti piccoli cassettini e riesci a riconoscere e a guardare in faccia paure che ti portavi dentro da tantissimi anni”. Passata questa fase, arrivano poi gli ‘allenamenti’ settimanali con i trainer, momenti di formazione ma anche di puro divertimento dove non mancano esercitazioni di gruppo a base di giochi per stimolare la fantasia. Infine, quando il clown è pronto, cominciano le uscite in corsia in compagnia degli ‘angeli’, persone più esperte in grado di guidare l’aspirante naso rosso nelle prime esperienze con i pazienti. Ed è così che appena il clown bussa alla porta una grigia stanza di ospedale può trasformarsi di colpo in un castello o in una giungla avventurosa. “Oggi parcheggiamo i nostri figli davanti alla tv o pensiamo che abbiano bisogno di chissà quali videogiochi sofisticatissimi per divertirsi, beh vi assicuro che non è così. Basta qualche molletta per stendere i panni e loro sono in grado, insieme a te, di inventarsi con queste un’avventurosa battaglia tra cow boy e indiani. La creatività dei bambini è immensa, stimoliamola”. Che sia pediatria o casa di riposo, il naso rosso è magico, apre porte che nessuno riesce mai a varcare: “Ricordo di essere riuscito, con il solo aiuto della fantasia, a far mandar giù a due bimbi un terribile beverone che serviva per la colonscopia. E di aver fatto alzare dalla sua sedia a rotelle Paolina, un’anziana che non vedeva l’ora di farsi un bel ballo con me”. Insomma, morale della favola, in questo paese non troppo lontano vorremmo viverci un po’ tutti. E Barabaste è già un vulcano di idee: “I volontari muovono i loro passi con la voce del cuore, non è facile spogliarsi delle preoccupazioni quotidiane e vestire i panni di un pagliaccio. Ma lo facciamo senza fatica, con gioia. Ed è per questo che ho promesso loro una nuova sede dove potersi esercitare al meglio per il lavoro in corsia. Poi i progetti in cantiere sono tanti come l’ambizione di riuscire a introdurre anche dei servizi domiciliari di clownterapia per lunghe degenze in modo da poter lavorare con i pazienti a casa, magari affiancati dall’aiuto di specialisti e psicologi. Il nostro sogno più grande? Un presidio fisso Vip in ospedale. Ci stiamo lavorando. Dunque preparatevi, l’esercito dei nasi rossi è in cammino!”.